Governo immobile, alla politica mancano leader. Sempre alla ricerca di papi stranieri

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(foto governo.it)

Alla politica italiana mancano veri leader, che in tempi passati c’erano in abbondanza. Senza andare ai De Gasperi, Saragat, Nenni, basti ricordare Berlinguer, Andreotti o Spadolini e Craxi. Ora il palcoscenico politico e’ misero. Gli unIci due che leader potrebbero essere diventati, i due Matteo, hanno inanellato e contInuano ad inanellare una sequenza a di errori, tali da porre in evidenza, al di là’ della capacità che comunque hanno, limiti, che difficilmente li porteranno al comando. Altri leader di partito una volta potevano essere dei quadri, figure intermedie seppur auterovoli. Berlusconi ormai è’ troppo anziano, dice anche cose politicamente sensate, ma ormai chi comanda in FI e’ il partito di Mediaset, dei suoi figli, che tende ad avere, per ovvie ragioni commerciali, i migliori rapporti possibili con il governo, qualsiasi esso sia. Per arrivare all’attualità Conte, sicuramente un beneifciato da un serie di congiunzioni favorevoli, punta addirittura a passare per statista senza nemmeno essere un leader. Per poterlo essere, non statista, perché per essere tali serve la storia, ma quantomeno leader dovrebbe avere un partito, sufficientemente unito alle sue spalle ed il relativo consenso popolare. Invece al momento è tutto fermo, lo Stato e’ immobile. Si possono convocare gli Stati generali tutti i giorni, parlare e riparlare, di di rilancio economico, ma la realtà,almeno al momento dice tutt’altro. Ma come si può fare funzionare un paese così messo? Giustizia, l’ultima perla la scarcerazione di Carminati, perché i giudici erano troppo indaffarati in guerra tra loro, per portarlo a giudizio, facendo scadere i termini, alla scuola, un vero disastro in prospettiva, alle opere pubbliche di la’ da venire, colpa anche della burocrazia. Ma perché se non funziona non cambiarla per decreto? I soldi dall’Europa tardano ad arrivare, e quando e come arriveranno, non saranno certo un gentile omaggio. Ma debiti da pagare con in più vincoli precisi per destinare agli investimenti. Nel tutto si assiste ad una sorta di parodia che e’ quella dei cinque stelle, dove al di là dei finanziamenti venezuelani, veri o presunti (in entrambi i casi fatti gravi perché volti a destabilizzare un paese) si litiga tra il vecchio comico e Casaleggio Jr con i vari Di Maio e di Battista a mettersi in mezzo. Già tra Casaleggio padre e Grillo negli ultimi tempi i rapporti erano pessimi, Ora pensare di passare il testimone dei cinque stelle a Conte, che a detta di alcuni sondaggi (tutti al momento inaffidabili vista l’estrema fluidità della situazione economica) ripotrebbe ad antichi splendori il movimento, appare fantapolitica, Ecco allora serpeggiare nomi di papi stranieri per un prossimo governo a partire da Draghi per arrivare al nuovo presidente di Confindustria Bonomi. Lui intelligentemente si tira subito fuori, Come si fa ad affidare un paese al presidente, ammesso che sia bravo ed esperto, degli industriali? L’unico che cerca di tenere la barra diritta, senza nemmeno pure lui sapere, quale possa essere la soluzione migliore, e’ Mattarella. Settembre sta per arrivare ed e’ previsto che sia “nero”. Quello che manca è lo dicono tutti e’ una visione del futuro per l’Italia. Nella speranza che una pur malconcia politica possa riuscire a trovare una soluzione, magari non definitiva ma da tampone per evitare grossi guai anche sociali.

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