22 C
Roma
sabato, 10 Giugno 2023

Vaccini, ecco la situazione tra polemiche e difficoltà logistiche

Tra Europa e Stati Uniti – senza dimenticare i Paesi in via di sviluppo – i problemi da superare per un’efficace distribuzione del vaccino contro il Covid-19 non sono soltanto legati alla catena del freddo

Tutti i vaccini amano il freddo. Quello della Pfizer, il primo che potrebbe essere distribuito in milioni di dosi in Occidente, ha bisogno di una catena del freddo specializzata. Servono freezer adatti a mantenerlo a -70/80 C° e a trasportarlo mantenendo la stessa temperatura. Unico modo: utilizzare i contenitori con ghiaccio secco. E questo non è l’unico ostacolo da superare per un’equa distribuzione dell’unica possibile svolta contro il Coronavirus. Ci sono molti altri aspetti da considerare, a partire dalle priorità nella distribuzione, a partire dalle prime dosi disponibili per medici, infermieri e operatori sanitari. E poi la tracciabilità dei dati su chi dove e quanto ha ricevuto la prima dose. Perché se distribuire una dose di vaccino a milioni di esseri umani è complicato, figuriamoci due dosi di vaccino in un tempo ravvicinato. Gli unici due vaccini che per ora sembrano essere giunti a meta sono quelli della Pfizer e di Moderna. Hanno superato una sperimentazione ritenuta sufficientemente sicura dagli esperti, tanto che negli Stati Uniti si sta aspettando il primo via libera della FDA, l’ente sanitaria nazionale. Un sì della FDA permetterebbe la prima distribuzione forse già nel mese di dicembre. Un’altra perplessità è l’efficacia sul campo. Ovvero non si conosce ancora l’effetto reale dei vaccini su fasce diverse di popolazione. Molti sono scettici sui dati della sperimentazione, in Italia l’ISS sta litigando con il virologo Crisanti che invita alla cautela sulla sicurezza del vaccino. Alcuni paesi, e non solo tra quelli in via di sviluppo, prevedono di dover convincere la popolazione a vaccinarsi con costose campagne promozionali.

Trasportabilità

Il vaccino Pfizer-BioNTech ha bisogno di essere conservato a 50 gradi in meno di ogni altro vaccino conosciuto finora. Questo pone un serio problema che stanno studiando le poche aziende al mondo in grado di produrre e trasportare in appositi contenitori il ghiaccio secco. Una di queste si trova in Italia, è la Locatelli Meccanica – leader del mercato italiano e tra le prime dieci in Europa – nel settore della realizzazione di macchinari che producono il ghiaccio secco. Nel frattempo il Ceo di BioNTech ha annunciato che si sta cercando una soluzione per consentire la conservazione a temperatura ambiente. Questa soluzione rappresenterebbe una svolta per le operazione di distribuzione su scala internazionale, che sarebbero semplificate e velocizzate. Bisognerà aspettare però almeno la prima metà del 2021 per cambiare la formula. Mentre Alex Azar, segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, ha dichiarato che il candidato più flessibile e dunque preferito per la distribuzione attraverso le farmacie è il vaccino di Moderna. Ha la stessa efficacia di quello della Pfizer, ma potrà essere distribuito e conservato nei normali frigoriferi utilizzati per i prodotti farmaceutici già sul mercato. Sarà sicuramente più semplice distribuire il vaccino di Moderna dunque, considerando che per produrre il ghiaccio secco c’è bisogno anche di una considerevole quantità di etanolo. Ma a causa della pandemia la produzione mondiale di etanolo è diminuita negli Stati Uniti, in Canada come in Europa. Per non parlare della pericolosità del trasporto aereo del ghiaccio secco formato dall’etanolo e anche di quelli dell’immagazzinamento di una sostanza alcolica altamente infiammabile.

Cinese

E se la capacità di distribuire un vaccino sembra una sfida così difficile per gli Stati Uniti o l’Europa, lo è ancora di più nei paesi in via di sviluppo, dove i trasporti sono lenti e le condizioni igieniche e sanitarie sono precarie. Per fare un esempio in Perù è ipotizzabile di far arrivare il vaccino della Pfizer nelle zone più abitate e più industrializzate. Ma non sarà tanto facile raggiungere i 20 milioni di abitanti delle Ande. Per loro l’unica soluzione possibile sarà la vaccinazione con un prodotto simile a quello cinese, che si può conservare tra i 2 e gli 8 gradi centigradi, ed è più maneggevole e più facilmente trasportabile.

(foto account Facebook Centro Studi & Comunicazione de La Cava)

Oriana Mariotti
Oriana Mariotti
Giornalista pubblicista dal 1997. Esperta di comunicazione a 360° ha partecipato alla nascita di Virgilio.it (Matrix), ex manager Gruppo Fiat e Gruppo L’Espresso. Laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Roma LUMSA.

Altro dall'autore

1 commento

  1. Buonasera Oriana, volevo solo segnalare che per la produzione di ghiaccio secco non si usa etanolo, come indicato nell’articolo ma è necessaria l’anidride carbonica in fase liquida.
    Tanti saluti cordiali

I commenti sono chiusi.

Articoli più letti