
Gufi o non gufi, l’Italia si muove in modo preciso sul fronte del Recovery plan. A dispetto di tutte le indiscrezioni, è la stessa presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a dire: “L’Italia è sulla buona strada”. Von der Leyen ha avuto un contatto telefonico con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ne ha dato subito notizia via Twitter. “Buona telefonata con Giuseppe Conte. Abbiamo parlato del vertice mondiale sulla Salute della prossima primavera” – nel quadro della presidenza italiana del G20 – e della preparazione del Recovery plan italiano. Siamo in stretto contatto, l’Italia è ben messa sul cammino”. Nel corso della telefonata è stata affrontata anche la questione dei flussi migratori.
Cinguettio
Replica, anche lui con un cinguettio, il premier Conte: “Ottimo scambio di vedute oggi con von der Leyen sul Global Health Summit in collegamento con il G20, sul coordinamento europeo delle misure sanitarie sul Covid-19 in occasione del periodo natalizio”. Inoltre, abbiamo parlato di “un’azione europea più efficace sul tema migrazione con i Paesi extra-UE” e della Brexit. “Per il Recovery fund dobbiamo attendere il Consiglio europeo di dicembre che sarà decisivo”. Aveva detto il presidente del Consiglio a “Otto e Mezzo”. Sulla questione dei tempi Conte ha rilevato: “In questo momento effettivamente c’è un problema, perché abbiamo superato varie questioni e siamo in dirittura d’arrivo. Però è stato sollevato un veto politico da parte di Polonia e Ungheria”.
Febbraio
Quindi, “non abbiamo ancora sottoscritto l’accordo del Recovery fund”, perché c’è questo veto. “Ci sarà un ritardo rispetto ai tempi iniziali, ma non troppo. Non è possibile presentare il piano a dicembre”. Ancora Conte: “C’è un’interlocuzione settimanale con la Commissione europea e non siamo assolutamente in ritardo. Se va tutto bene, lo potremo presentare agli inizi di febbraio”. Sull’eventualità che al veto dei paesi sovranisti possano affiancarsi ritardi per l’approvazione del NextGenerationEU dal gruppo dei cosiddetti “frugali”, Conte rileva: “C’è un impegno politico di tutti i Paesi, preso lo scorso luglio, e non si può rimettere in discussione. È una risposta che è nell’interesse di tutti, non solo dell’Italia che è la maggiore beneficiaria. Perché tutti stanno vivendo una seconda ondata che è distruttiva”.
Svolta
La tabella di marcia della Commissione europea, superati veti e difficoltà (e anche i cattivi auguri dei gufi), prevede che il Recovery Plan vero e proprio sia presentato formalmente da gennaio ad aprile 2021. Dopo gli Stati Generali dell’estate scorsa, che – ha ricordato Conte – non sono stati una passerella, a breve ci sarà un nuovo confronto tra governo e Parlamento e poi con le parti sociali”. nelle scorse settimane il CIAE – Comitato interministeriale per gli affari europei – riunito a Palazzo Chigi ha indicato le linee guida del ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’. “Abbiamo messo a punto le priorità – rileva Conte – digitalizzazione, svolta green, investimenti nella filiera dell’educazione. Tutto questo non si fa in un giorno. Non siamo in ritardo: alla luce del lavoro fatto siamo ora in fase di elaborazione dei progetti, contiamo di poter tornare a confrontarci in Parlamento dopo aver fatto un ulteriore passaggio in seno al CIAE, che è una commissione che raccoglie tutti i ministri, e poi con le parti sociali”.