Chiusure sì o chiusure no, sta di fatto che Natale 2020 non può diventare un altro bacino di focolai attivi come le vacanze estive. Non abbiamo imparato nulla forse e siamo in buona compagnia se tutto il mondo, da Londra a New York si richiude a riccio. Forse ci manca l’unica vera prospettiva capace di salvarci: quella della salvezza del pianeta Terra
Neanche questa volta c’è stata sintonia tra il governo e gli italiani sulle misure di contenimento dell’epidemia del secolo. È sempre tana libera tutti e poi dietro front. L’unica cosa che ‘rincuora’ è la constatazione seppur amara, che non siamo gli unici. Londra e New York hanno appena annunciato un altro lockdown, anche la Merkel ha deciso che 500 morti al giorno sono troppi e ha richiuso tutti in casa. Il Natale sarà molto intimo per tutti e forse ci permetterà di riscoprire valori e sapori che abbiamo dato fin troppo per scontati, tutti noi umani moderni ipertecnologici in balia della fretta di vivere. Il virus ci ha costretti a darci tregua e soprattutto a guardarci intorno, a vedere sul serio quello che sta accadendo davanti ai nostri occhi ciechi da troppo tempo.
Mose
Il virus del Covid-19 è l’ultima spia di un allarme che sta già suonando da anni: la Terra è al collasso. Lo scioglimento dei ghiacciai non è più una questione di ’se accadrà’ ma di ‘quando accadrà’. Oggi il ‘Mose’, il sistema di contenimento dell’acqua della Laguna di Venezia – pensato e realizzato (in enorme ritardo) per salvare la città e i suoi monumenti dall’acqua alta – è diventato uno strumento di studio per la salvezza di tutte le città marine sul suolo terrestre. Sembra uno scoop colossale ed è la verità: (forse) il ‘Mose’ ci salverà dalle grandi inondazioni prossime future, ma non doveva andare così. Non era questo il mondo pensato e desiderato per i nostri figli e i nostri nipoti. Invece questa è la loro eredità: il ‘Mose’ e il Covid-19.
Cashback
Per tornare alla contingenza immediata, cinque giorni fa il governo aveva annunciato misure per sbloccare i trasferimenti tra piccoli comuni. Oggi, invece, pare che il governo cambi linea dopo le foto dello shopping natalizio nei centri storici. “Sapete la mia opinione – avverte Matteo Renzi, che in questi giorni sembra il paladino dell’opposizione – bisogna avere una posizione e mantenerla, non cambiarla ogni tre giorni dicendo ‘Chiusura!’, poi ‘No, ci si potrà muovere fra comuni!’ ed infine ‘No, zona rossa in tutta Italia!’”. Ma come dargli torto. Una linea chiara non c’è. E siccome siamo in Italia possiamo anche guardare con interesse agli altri paesi europei e alle loro scelte, ma poi ognuno fa per sé. Gli italiani danno la colpa al governo se le misure non riescono a contenere il coronavirus e il governo grida agli irresponsabili cittadini che si ammassano tutti negli stessi posti a fare le stesse cose (shopping sfrenato) negli stessi orari (normalmente il sabato pomeriggio). In effetti però i cittadini hanno fatto quello che è stato detto loro di fare dall’ennesimo DPCM: si può andare a fare compere nei negozi nei week end, ma non nei centri commerciali. In più lo Stato ha pensato a un incentivo significativo per aiutare gli italiani a fare i regali di Natale: il cashback, cioè chi paga con carte di credito e app avrà un rimborso del 10% su tutti gli acquisti effettuati fino al 31 dicembre. Ma, è la misura decisa da Conte, non vale per chi farà acquisti online. E allora le persone vanno nei negozi a fare compere, dove se no?
Responsabilità
È un gatto che si morde la coda. Non si può lasciare liberi tutti negli stessi orari e negli stessi giorni (i fine settimana) e sperare che la gente in strada e nei negozi non crei ressa. Siamo troppi. Poi è vero non tutti sono responsabili nello stesso modo. C’è chi ancora non si mette la mascherina in ascensore (tanto non lo vede nessuno!) in disprezzo totale della vita propria e altrui. C’è chi nega, non in generale la pandemia o il tasso di mortalità, ma che possa toccare proprio a lui o a lei. Perché la negazione personale è una difesa di sopravvivenza, è un fatto istintivo. Poi però c’è la razionalità e il senso di responsabilità che dovrebbero prevalere. Ma non è sempre così. I giovani ad esempio troppo spesso non ci riescono e sentendosi invincibili a causa dell’età fanno le sciocchezze che hanno portato ai fatti del Pincio a Roma. Scene deprecabili anche senza Covid. L’invito di tutti, da Conte a Renzi, dai medici agli infermieri in prima linea è di essere responsabili. Mentre aspettiamo il vaccino che altri paesi hanno già iniziato a somministrare. Sperando che anche l’Europa possa iniziare presto a distribuire le prime dosi. E soprattutto in attesa di una cura efficace per tutti coloro che disgraziatamente e loro malgrado continueranno ad infettarsi nonostante la responsabilità di tutti.
(foto account facebook fabio bongiovanni raimo)