
Il vaccino AstraZeneca/Oxford è stato approvato nel Regno Unito. Le prime dosi verranno inoculate a partire da lunedì. Londra ha ordinato 100 milioni di dosi, sufficienti per vaccinare 50 milioni di persone. La vaccinazione proseguirà in parallelo a quella con il siero Pfizer/BioNTech. L’ente regolatore britannico – Medicines and Healthcare Regulatory Products Agency (MHRA) – ha classificato il vaccino come sicuro ed efficace, escludendo che sia stata seguita qualsiasi “scorciatoia” nella valutazione della sicurezza. Nell’UE l’Autorità europea per i medicinali (EMA) ha annunciato con un suo rappresentante ulteriori controlli sul prodotto AstraZeneca/Oxford e si prevede il via libera per il prossimo febbraio. I ricercatori di AstraZeneca/Oxford hanno rilevato l’efficacia del 90% con la somministrazione inizialmente di una dose a metà e poi di una dose piena con la seconda iniezione. Il vaccino AstraZeneca/Oxford rispetto al BioNTech-Pfizer è più economico, più facile da produrre e può essere conservato in un normale frigorifero.
Risposte
Decisiva per la campagna vaccinale in Italia, assieme la disponibilità delle dosi, la campagna informativa. Importante il ruolo dei medici di famiglia. Il presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), professor Claudio Cricelli, sottolinea: “Dobbiamo essere pronti a rispondere in modo chiaro e trasparente ai numerosi dubbi dei nostri pazienti”. In un documento vengono offerte precise risposte ai possibili dubbi. “I vaccini – si legge tra le risposte – sfruttano metodiche diverse per ottenere il medesimo effetto, quello di produrre una immunità che protegga dalla malattia. Tutte le sperimentazioni fatte su decine di migliaia di volontari hanno mostrato un ottimo grado di sicurezza del vaccino. Possono esserci naturalmente degli effetti indesiderati, locali nel sito di iniezione o generali. Gli effetti collaterali non sono comunque superiori a quelli di altri vaccini già da tempo utilizzati su larga scala e non si temono effetti collaterali a distanza di tempo”.
Futuro
La pandemia pone domande anche sul futuro dell’industria farmaceutica. Valeria Brambilla, Life Sciences & Health Care Industry Leader di Deloitte, commenta il report “The future unmasked: Predicting the future of healthcare and life sciences in 2025”, che esplora le principali tendenze su quello che sarà il futuro del settore. “La pandemia ha mostrato i vantaggi delle partnership nella ricerca e sviluppo biofarmaceutico – rileva Brambilla – e ha evidenziato l’importanza fondamentale di una catena di approvvigionamento globale robusta ed efficiente dal punto di vista operativo. L’esperienza del Covid-19 ha accelerato la digitalizzazione delle operazioni di scoperta e sviluppo di farmaci, di produzione e approvvigionamento delle aziende biofarmaceutiche. La nostra previsione è che da qui ai prossimi 5 anni le aziende biofarmaceutiche avranno adottato tecnologie digitali avanzate per trasformare le loro attività di scoperta di farmaci e sviluppo clinico”.