Svolta storica per le donne in Argentina, l’aborto è stato legalizzato fino alla 14esima settimana di gravidanza. È il primo grande paese dell’America Latina ad approvare una simile legge. Una folla di migliaia di persone ha festeggiato in piazza a Buenos Aires, sventolando le bandiere verdi che hanno colorato la campagna. La Chiesa cattolica argentina e la crescente comunità evangelica si sono opposte con forza alla legge, ma l'”onda verde” del movimento delle donne argentine alla fine ha vinto ogni resistenza. Il presidente progressista Alberto Fernández, ha sostenuto con decisione il provvedimento, che aveva promesso in campagna elettorale: “Sono cattolico – ha affermato -, ma devo legiferare per tutti”.
Salute
L’introduzione dell’interruzione di gravidanza legale e gratuita, ha rilevato il presidente, è una questione di salute pubblica, poiché “ogni anno circa 38 mila donne vengono portate in ospedale a causa di aborti clandestini e dal ritorno della democrazia nel 1983 più di 3 mila sono morte”. Poi in un tweet Fernández ha sottolineato: “Oggi siamo una società migliore, che amplia i diritti delle donne e garantisce la salute pubblica”. Poco prima del voto decisivo del Senato, il Papa argentino, Jorge Mario Bergoglio, aveva preso posizione in favore della tutela della vita sempre via Twitter: “Il Figlio di Dio è nato scartato per dirci che ogni persona scartata è un figlio di Dio. È venuto al mondo come un bambino viene al mondo, debole e fragile, affinché possiamo abbracciare le nostre fragilità con tenerezza”. Secondo la legge precedentemente in vigore, l’aborto era consentito solo in caso di stupro o quando la gravidanza avesse comportato gravi rischi per la vita della madre. In tutta l’America Latina l’aborto è legale soltanto a Cuba, in Uruguay, Guyana e in alcuni degli Stati del Messico.