
Le democrazie occidentali sembrano in preda a una sindrome da sovranismo vaccinale. Guardano con egoismo solo il loro ombelico. Cina e Russia al contrario rafforzano il loro ruolo geopolitico, fornendo vaccini in modo economico, se non addirittura gratuitamente, alle nazioni più povere. Una mancanza di solidarietà da parte dei Paesi occidentali, che in futuro potrebbe avere gravi ripercussioni. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha invitato tutti i Paesi che ne abbiano la possibilità a vaccinare prima i loro operatori sanitari e le fasce più vulnerabili della popolazione e poi a rendere disponibili i vaccini anche ai Paesi meno fortunati. Occorre avere piena coscienza che la pandemia ha e avrà un enorme impatto globale. Investe direttamente l’aspetto sanitario, ma anche e in modo decisivo le questioni economiche, sociali e geopolitiche del pianeta. I vaccini sono diventati per tutti noi il simbolo della voglia di “riavere la propria vita”. Così i leader politici delle democrazie occidentali hanno scelto la via del nazionalismo dei vaccini e hanno fatto la promessa di vaccinare praticamente al completo i loro popoli. Nel frattempo in 130 Paesi del mondo si deve ancora somministrare la prima dose.
Passaporti
Nei Paesi ricchi si vagheggia di “passaporti vaccinali”, per consentire il pieno ritorno a una ricca vita sociale e culturale. Nei Paesi dell’Africa subsahariana gli operatori sanitari stanno morendo, mentre cercano di curare i malati nelle circostanze più difficili. Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha denunciato come “il mondo sia sull’orlo di un catastrofico fallimento morale”. Nonostante la fine di Trump, tutto è restato congelato alle nefaste scelte del trumpismo. Ora però non c’è nessuno da incolpare se le democrazie occidentali non risponderanno con forza all’ineguaglianza sui vaccini. Nell’ultima riunione del G-7 finalmente i Paesi ricchi hanno annunciato sostegno finanziario alla lotta globale anti-pandemia, che include COVAX, l’alleanza per la ricerca di un vaccino efficace per tutti i Paesi e per creare equità d’accesso ai sieri già esistenti. Una mossa significativa, ma potrebbe essere troppo poco e troppo tardi.
Diplomazia del vaccino
Se il metro di misura fosse anche soltanto il portafoglio, la Camera di Commercio Internazionale ha calcolato che l’economia globale rischia di perdere fino a 9.200 miliardi di dollari se non si riuscirà a garantire anche alle nazioni povere l’accesso ai vaccini. La Cina e la Russia (con il suo, a quanto pare, molto efficace Sputnik) stanno già rendendo disponibili i vaccini, nonostante le loro esigenze interne. Una vera e propria diplomazia del vaccino. Pechino, in particolare, ha inaugurato la “Via della Seta della Salute”. La Cina, ricorda l’agenzia Xinhua, sta esportando vaccini in 27 Paesi e fornisce aiuti vaccinali gratuiti a 53. I vaccini ‘made in Cina’ sono arrivati tra l’altro in Pakistan, Cambogia, Laos, Guinea Equatoriale, Zimbabwe, Mongolia e Bielorussia. A Belgrado la stampa locale ha titolato: “Putin e Xi stanno salvando la Serbia”. La Cina è stato il primo Paese a impegnarsi a rendere i vaccini un “bene pubblico globale”. Il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha assicurato che “continuerà a portare avanti la cooperazione secondo le sue capacità”. Wang ha espresso l’auspicio che “tutti i Paesi in grado di farlo si uniscano per mano per sostenere la comunità internazionale, e in particolare le nazioni povere, nel superare la pandemia”.