Lo scontro finale sarà tra “draghisti” e “bipolaristi”, con Draghi che non si sente imbullonato a palazzo Chigi

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Draghi spread
(foto governo.it)

La politica e’ bella anche perché ha una sua semplicità di fondo. Ci possono essere tanti giochi ma quando sono scoperte tante carte sul tavolo e’ difficile ipotizzare grandi bluff. Ovviamente c’è sempre chi ama il rischio ed e’ disposto a giocarsi tutto. Ora alla fine le soluzioni possibili appaiono solo due, o Draghi presidente di tutti (almeno che Mattarella non torni per il bene del Pd sui suoi passi) oppure la lotta sarà bipolare, con un risultato tutto da scoprire. Letta vorrebbe fortemente un Pd o meglio una Pd al Colle. Di nomi ne ha, ma difficilmente la Finocchiaro, la Pinotti o la Bindi potrebbero passare come candidate super partes. Altrettanto difficile che una candidatura di Berlusconi possa essere accettata dalla sinistra. Se si andrà allo scontro sarà voto contro contro voto, con alti rischi per entrambi gli schieramenti. Chi rischia di più e’ forse Letta che nella speranza di potere mantenere per una sua donna o un suo uomo al Quirinale potrebbe addirittura rischiare di consegnarlo a Berlusconi. Non c’è dubbio che l’unico candidato condiviso potrebbe essere solo Mario Draghi. Che forse sta pure stancandosi di questa manfrina, con tutti che per i propri interessi vorrebbe imbullonarlo a palazzo Chigi (C’è anche chi dice che se Colle non sarà si dimetterà è tornata nella sua villa di campagna. E sarebbero dolori per tutti…)Berlusconi perché spera, Letta per le cose già dette, i cinque stelle per paura di elezioni. Che poi non sarebbero affatto sicure nell’eventualità di Draghi al QuirinLe, ne sarebbero escluse, anzi, nel caso di un’altra scelta. Draghi temporeggia e temporeggerò fino alla conferenza stampa di fine anno, così come Mattarella, ma se si presenterà l’occasione non dirà certo di no al Colle. Del resto che dovrebbe fare ancora a palazzo Chigi, con un Parlamento anora più lacerato per un anno. La sua vera destinazione è al QurinLe, da dove potrà per sette anni usare tutta la sua influenza anche internazionale per ilbene dell’Italia. Il resto sono solo chiacchiere tanto che palazzo Chigi si sta muovendo con grande cautela per tenere distinti i ruoli, tenendo il piano di governo separato dai partiti.

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