
La Cina, il Covid-19 e la crisi economica. Come sta andando veramente il 2022 nello Stato più popoloso dell’Asia orientale? Oggi, a pochi giorni dall’inizio delle olimpiadi invernali, George Soros – uno degli investitori di maggior successo al mondo – avverte: “La Cina è in piena crisi economica”. Il miliardario ha dichiarato lunedì in un discorso alla Hoover Institution della Stanford University che il presidente Xi Jinping potrebbe non essere in grado di ripristinare la fiducia nell’industria del mattone. Il settore immobiliare cinese ha subito un forte calo dei prezzi di terreni e appartamenti, dopo il boom immobiliare del 2021.
Bolla
Il motivo? Secondo Soros si è trattato di una bolla immobiliare del mercato cinese basata su un modello insostenibile che ha avvantaggiato i governi locali e ha incoraggiato le persone a investire la maggior parte dei loro risparmi in proprietà privata. Le politiche del governo, messe in atto per frenare l’espansione della vendita degli immobili hanno reso difficile per il colosso del settore Evergrande, di pagare i propri debiti. La stessa società che prima della crisi stava per costruire lo stadio di football della sua squadra il Gaungzhou FC. La città dove è stata fondata la società cinese nel 1996.
Crisi
Il gigante immobiliare cinese, le cui passività superano i 300 miliardi di dollari, non è riuscito a soddisfare i pagamenti degli interessi agli investitori internazionali. Ciò ha spinto Fitch, una delle più grandi agenzie di rating del credito al mondo, a dichiarare Evergrande inadempiente. La crisi ha spaventato gli investitori che temono il contagio nel settore immobiliare e bancario cinese. Evergrande avrebbe dovuto rimborsare gli interessi su circa 1,2 miliardi di dollari di prestiti internazionali, ma i soldi non sono stati ancora trasferiti, secondo Fitch. Che non è riuscita ad avere risposte concrete dal colosso cinese.
Attività
Intanto il governo ha inviato i suoi funzionari nell’azienda per supervisionare la ristrutturazione dell’azienda immobiliare. Ma non c’è ancora chiarezza sulle mosse future. Evergrande ha venduto diversi asset negli ultimi mesi per raccogliere i soldi che deve a clienti, investitori e fornitori. Compreso un terreno ad Hong Kong. Ma in una dichiarazione venerdì scorso la società ha affermato di non poter garantire “di adempiere ai propri obblighi finanziari”, facendo crollare il prezzo delle sue azioni. Evergrande Real Estate possiede attualmente più di 1.300 progetti in più di 280 città in tutta la Cina. Ad oggi il gruppo comprende attività economiche in diversi settori industriali. Le sue attività spaziano dalla gestione patrimoniale, alla produzione di auto elettriche e di alimenti e bevande. Possiede anche il Guangzhou FC, una delle squadre di calcio più popolari del Paese.
Futuro
Se Evergrande fallisse sarebbe un colpo disastroso per il sistema finanziario cinese. Le banche e gli istituti di credito potrebbero essere costrette a rivedere il sistema dei prestiti e salirebbero vertiginosamente i tassi di interesse. Si arriverebbe a una stretta creditizia in cui le aziende lottano per aggiudicarsi denaro in prestito a tassi più convenienti. Una stretta creditizia sarebbe una pessima notizia per la seconda economia più grande del mondo, perché le aziende che non possono prendere prestiti hanno difficoltà a crescere e, in alcuni casi, non sono in grado di continuare a operare. Ciò potrebbe anche innervosire gli investitori stranieri, che potrebbero vedere la Cina come un luogo meno attraente in cui investire.