Bola Tinubu, 70 anni, musulmano, è il nuovo presidente della Nigeria. Il Paese dell’Africa occidentale, affacciato sul Golfo di Guinea, è il più popolato del continente africano (oltre 213 milioni di abitanti). È la più grande democrazia africana e anche il maggior produttore di petrolio in Africa. È una repubblica presidenziale di tipo federale, che comprende 36 Stati. La popolazione si divide in parti uguali tra cristiani e musulmani.
Insicurezza
Tinubu è esponente dell’All Progressives Congress, il partito del presidente uscente Muhammadu Buhari. Quest’ultimo non poteva presentarsi per un terzo mandato e lascia una situazione segnata dalla stagnazione economica e dalla crescente insicurezza. Nel nord-est è in atto l’insurrezione islamista di Boko Haram, mentre nelle aree sud-est si registrano attacchi dei separatisti del Biafra e una escalation di rapimenti a scopo di riscatto. Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta del secolo scorso il Biafra, popolato dall’etnia Igbo visse una breve esperienza secessionista, stroncata con una guerra che provocò oltre un milione di vittime.
Lagos
Il vincitore delle elezioni è uno degli uomini più ricchi della Nigeria e ha ricostruito la città più grande ed ex capitale, Lagos, quando ne era governatore. Ha ottenuto il 37% dei voti, contro il 29% del suo principale rivale Atiku Abubakar del Partito democratico popolare e il 25% del laburista Peter Obi, terzo incomodo a sorpresa. Secondo la legge elettorale nigeriana, il candidato con più consensi è automaticamente dichiarato vincitore se ottiene il 25% dei voti in almeno due terzi dei 36 Stati e nella capitale federale, Abuja. Secondo i risultati ufficiali, l’affluenza alle urne è stata del 27%, una delle più basse dalla fine della dittatura militare nel 1999.
“Padrino”
Il voto è stato pacifico e per la prima volta si è svolto con sistema elettronico. Finora Tinubu era conosciuto come “padrino” politico, per aver contribuito a far eleggere altri candidati e da ultimo il suo predecessore, Buhari. Ora la sua campagna aveva come slogan: “È il mio turno”. Nel suo primo discorso, Tinubu ha parlato di conciliazione. “Faccio appello ai miei concorrenti – ha rimarcato -, affinché facciamo squadra insieme. È l’unica nazione che abbiamo. È un unico Paese e dobbiamo costruirlo insieme”.