
La nuova Guerra fredda ai tempi del Coronavirus è ormai un dato di fatto. Da Washington il presidente Trump e il segretario di Stato Pompeo sparano a zero contro Pechino, additando i laboratori scientifici di Wuhan come il punto di scatenamento della pandemia mondiale. Tesi su cui fanno immediatamente quadrato i paesi occidentali anglosassoni, dal Regno Unito all’Australia, e con qualche esitazione in più Germania e Francia e ora anche l’Italia. Nelle ultime settimane Roma è stata sospettata dal partito atlantista di intelligenza con il nemico ‘giallo’, per alcune prese di posizione di esponenti di punta del Movimento 5stelle, a partire da Grillo e dal ministro degli Esteri, Di Maio.
27 dicembre Ma che tutto, sul fattore responsabilità, non sia assolutamente chiaro lo dicono da una lato l’OMS (Organizzazione mondiale della sanità dell’ONU), accusata tuttavia dagli atlantisti di condizionamenti cinesi, e dall’altro lato una notizia che viene dalla Francia: un paziente di Parigi – mai stato in Cina – a cui venne diagnosticata la polmonite il 27 dicembre, aveva il Coronavirus. Ciò significa che il virus potrebbe essere arrivato in Europa quasi un mese prima di quanto si fosse finora pensato. Il paziente ‘zero’ in Europa si riteneva fosse un tedesco, infettato da un collega cinese recatosi Germania tra il 19 e il 22 gennaio. Elementi che dovrebbero far riflettere su semplicistiche teorie del complotto, destinate unicamente a esacerbare i rapporti internazionali in un momento in cui l’impegno comune potrebbe rivelarsi decisivo per battere il virus a livello globale.
Geopolitico Washington sembra invece aver scelto di scaricare sul fronte geopolitico le insufficienze di leadership del presidente tycoon e la sua fallimentare gestione interna dell’epidemia, un po’ sul modello del crac in alcune Regioni italiane a conduzione sovranista. In un suo recente editoriale la prima agenzia di stampa internazionale, la Associated Press, con sede negli Usa, ha parlato di “fallimenti e incompetenze a cascata”. Il Global Times, tabloid in inglese edito dal Quotidiano del Popolo organo ufficiale del Partito Comunista cinese, ha invitato Pompeo a “presentare le cosiddette prove al mondo”, ma “la verità è che Pompeo non ha alcuna prova e sta bluffando”. L’amministrazione Trump, secondo Pechino, è impegnata “in una guerra di propaganda senza precedenti e cerca di bloccare gli sforzi globali nella lotta” alla pandemia.
Conte Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in questo momento è “prioritario favorire il più possibile la collaborazione internazionale”. In una intervista a La Stampa, il premier fa il punto sulla posizione italiana: “La nostra politica estera non cambia” e aggiunge: “L’Italia ha chiesto e ricevuto aiuti da molti paesi. Abbiamo gestito tali aiuti in totale trasparenza sia verso la nostra opinione pubblica sia verso i nostri alleati”.