
Fumata nera sulla Brexit al vertice europeo, le posizioni tra Bruxelles e Londra rimangono distanti. Von der Leyen invierà comunque il team di negoziatori la prossima settimana
di Oriana Mariotti
Nel vertice europeo posizioni sempre più lontane sulla Brexit tra l’Europa e il governo inglese. Secondo Boris Johnson non ci sono più margini per un accordo tra le parti, a meno che l’Unione non cambi completamente atteggiamento. Poi avverte i suoi concittadini: “Ci dobbiamo preparare a misure economiche simili a quelle dei mini trattati con l’Australia”. In pratica l’Inghilterra si prepara a un “no deal”. Dall’altra parte, il Consiglio ha risposto a Johnson con le parole della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, su Twitter: “L’UE continua a lavorare per un accordo, ma non a ogni costo. Come programmato, la settimana prossima il nostro team si recherà a Londra per intensificare i negoziati”. Anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo avverte Londra che “l’accordo di recesso deve essere attuato pienamente” e che Boris Johnson lo deve rispettare per ragioni di credibilità.
Giochi
Il premier, Giuseppe Conte, ha espresso la posizione dell’Italia, in linea con tutti gli altri 26 Paesi: ”Abbiamo ragionato di Brexit. Siamo uniti, vogliamo un accordo ma non a tutti i costi”. Ancora più chiaro il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha dichiarato al termine del vertice: “È l’Inghilterra ad aver voluto uscire dall’Unione e quindi ha più bisogno di noi dell’accordo di recesso”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, auspica un percorso per una soluzione a breve, in cui entrambi gli attori possano essere soddisfatti. Naturalmente un accordo per una equa Brexit ha bisogno di un impegno di tutte le parti e il tempo è in scadenza, mancano poche settimane per dichiarare chiusi i giochi. Dopo due rinvii ufficiali l’uscita della Gran Bretagna dall’UE è in vigore di fatto dal 1° gennaio 2020, con un periodo di transizione che si concluderà il 31 dicembre prossimo.
Downing Street
Secondo Downing Street sarebbe inutile a questo punto l’arrivo a Londra del comitato negoziale europeo se la posizione dell’Unione verso la Brexit non cambierà radicalmente. La Gran Bretagna dalla sua non vuole fare un passo né indietro né di lato e per Johnson i discorsi sugli scambi commerciali sono “over” (chiusi). Il premier britannico ha altresì espresso il dubbio che l’UE non abbia nessuna volontà di considerare le opzioni preferite dal Regno Unito sul libero mercato. Opzioni che si riferiscono all’accordo economico-commerciale tra il Canada e l’Unione Europea, denominato CETA e che piace anche al Regno Unito. Per cui, ad esempio, una base di partenza potrebbero essere i trattati sui servizi finanziari, come quelli che riguardano il libero scambio. L’unica alternativa dunque per Johnson è che si guardi di più a un accordo all’australiana che presenta molte più limitazioni a livello economico e di libero mercato, ma che risolve almeno i nodi sul trasporto aereo e stradale.