Joe Biden in dirittura d’arrivo. Se vincerà primo impegno su crisi clima

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Biden clima
(foto account Facebook J.Biden for president 2020. Inserto account Facebook Climate change)

di Oriana Mariotti

Yes we can! La vittoria democratica è a un passo e così anche il rientro dell’America nei patti di Parigi sul clima. Primo impegno di Biden una volta insediato alla Casa Bianca. Ma Trump annusa la sconfitta e si prepara a una battaglia legale che metterebbe in ginocchio l’economia del paese più duramente colpito dal Coronavirus. Mercoledì l’ultimo record: 100mila contagi in un giorno. Wall Street intanto non si è fatta intimorire dal risultato incerto delle elezioni, ma se il presidente (uscente) dichiarerà guerra aperta al nuovo eletto e metterà in discussione i voti via posta negli Stati chiave la Borsa non reggerà il colpo, avvertono gli analisti.

Spoglio

“Crediamo di vincere”, lo staff di Joe Biden pensa positivo. Un altro giorno dopo la chiusura dei seggi in America e ancora non si sa chi sarà il nuovo presidente. E così Trump cinguetta sui social sempre più arrabbiato e Biden, invece, accenna un sorriso. Perché la conta dei voti postali sta per regalargli la Casa Bianca. Ne mancano ancora davvero pochi per arrivare al fatidico numero di 270 grandi elettori. Georgia (che da sola porta con sé 16 grandi elettori), Arizona e Nevada sono a questo punto i tre Stati chiave per la vittoria dei democratici. La Pennsylvania avrà bisogno almeno di un’altra giornata per la conta dei voti. Il North Carolina invece ci metterà ancora una settimana per finire lo spoglio. Tuttavia i suoi numeri potrebbero non servire più, se nelle prossime la situazione verrà sbloccata negli altri Stati.

Kennedy

Wall Street ancora regge l’incertezza, ma fino a quando? Molti investitori, in ogni caso, preferirebbero un Senato repubblicano, anche con una presidenza democratica. L’idea è di evitare possibili restrizioni regolatorie sui grandi investimenti. Ma la situazione potrebbe precipitare, anche se tra poche ore si sciogliesse il nodo sull’elezione. Questo perché Donald Trump non accetterà la vittoria del suo sfidante e si rivolgerà alla Corte suprema, dove 6 giudici su 9 sono conservatori e repubblicani e tre nominati proprio dal tycoon. Nel 1960 Nixon perse contro Kennedy in un testa a testa, ma alla fine decise di accettare la vittoria democratica per il bene supremo. JFK lo ringraziò dichiarando: “L’elezione può anche essere stata difficile, ma penso che adesso siamo tutti d’accordo su una cosa: andrà fatto uno sforzo enorme da tutti noi per far passare indenne il nostro Paese attraverso le incertezze di questi anni ’60 ”, quando la guerra con l’URSS sembrava inevitabile. Nel 2000 il democratico Al Gore perse la Florida per soli 527 voti, ma accettò la sconfitta e così venne eletto George W. Bush.

Futuro

Mercoledì 4 novembre, esattamente il giorno dopo le elezioni, gli Stati Uniti sono ufficialmente usciti dal patto internazionale sul climate change. Con grande rammarico dell’Eliseo, che vede come ancora più urgente l’intesa franco-cinese sul clima che sancirebbe l’irreversibilità per le due parti degli accordi di Parigi. Anche Barak Obama ha dichiarato la sua assoluta contrarietà alla politica ambientale di Trump: “Così si rifiuta il futuro”. Una buona notizia nella cattiva notizia potrebbe esserci. Se davvero Biden vincesse le elezioni, il primo atto ufficiale del nuovo Presidente americano, come promesso, sarebbe quello di rientrare negli accordi di Parigi per evitare il surriscaldamento globale.

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