E tutti vissero felici e contenti… Almeno si spera. La telenovela Brexit ha avuto una conclusione a lieto fine, dopo mesi di trattative serrate e particolarmente difficili. Bruxelles e Londra sono state sempre al limite della rottura, ma poi forse anche sotto la spinta emotiva degli ultimi drammatici giorni di blocco totale dell’isola dopo la scoperta del ceppo inglese del Covid, si è trovata l’intesa per evitare il “no deal”. Il nuovo accordo commerciale entrerà in vigore l’1 gennaio prossimo, con l’uscita ufficiale del Regno Unito dall’Unione Europea. “Abbiamo firmato un accordo di libero scambio basato su tariffe zero e quote zero con l’UE”, ha detto un portavoce del governo inglese.
Pagine
Il testo dell’intesa è composto da circa 2 mila pagine e copre scambi per un valore di 747 miliardi di euro. Il premier britannico, Boris Johnson, ha twittato: “L’accordo è concluso”, corredato da una sua foto con i pollici alzati e la bandiera britannica nel suo studio di Downing Street. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato: “È stata una strada lunga e tortuosa”, ora abbiamo un accordo “buono, equilibrato, la cosa più responsabile da fare. Significa che possiamo finalmente lasciarci la Brexit alle spalle, il nostro futuro è l’Europa e continua ad andare avanti”. Poi citando il poeta T.S Eliot ha chiosato: “Ciò che chiamiamo inizio è spesso la fine e la fine è spesso un inizio”. Von der Leyen ha sottolineato che Europa e Regno Unito continueranno a cooperare in settori di reciproco interesse, dal clima all’energia, dalla sicurezza ai trasporti.
Pesce
Johnson ha rivendicato: “Abbiamo ripreso il controllo delle nostre leggi e del nostro destino” e sul punto più controverso emerso nelle ultime fasi della trattativa, quello della pesca ha rimarcato che nei prossimi 5 anni la quota di pescato nelle acque britanniche per i pescatori del Regno Unito salirà da circa la metà attuale a due terzi: “Potremo catturare e mangiare quantità prodigiose di pesce”. Londra dice stop anche al programma Erasmus, che consente agli studenti della UE di studiare in università europee e di sviluppare le competenze linguistiche. Combattiva la primo ministro scozzese, Nicola Sturgeon, che ricorda: “La Scozia non ha votato a favore della Brexit e ha ora il diritto di scegliere il proprio futuro come paese indipendente e riconquistare i vantaggi dell’adesione all’UE”.