
Dal 18 maggio anche nelle sinagoghe, chiese, moschee, templi e luoghi di culto delle comunità di fede acattoliche presenti in Italia, potranno riprendere le funzioni religiose alla presenza del popolo nel rispetto delle misure di sicurezza per evitare la diffusione del Covid-19. Una serie di protocolli sono stati sottoscritti a Palazzo Chigi, dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte; dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese; e dai rappresentati delle Comunità ebraiche, delle chiese di Gesù Cristo e dei Santi e degli ultimi giorni, islamiche, induista, buddista, Bahai, Sikh e anche dalle Chiese Protestante, Evangelica, Anglicana e Ortodosse.
Riconoscimento I documenti, approvati dal Comitato tecnico scientifico, individuano per ciascuna comunità religiosa le precauzioni da adottare “tenuto conto delle specificità per ogni confessione, prevedendo in particolare il distanziamento sociale, l’obbligo di utilizzazione dei dispositivi di protezione e l’igienizzazione dei luoghi di preghiera”. “La firma – ha detto il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni – ci restituisce una delle più importanti libertà costituzionali purtroppo compressa per l’emergenza, che abbiamo compreso essere una sfida di lungo termine”. Per il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI): “Si è adottato un metodo di riconoscimento e dialogo che valorizza le specificità confessionali nel quadro di un comune impegno alla responsabilità”.
Eid al-Fitr Divise le Comunità islamiche: da un lato la “gratitudine” e il “sollievo” della COREIS, che amministra la Moschea Al Wahid di Milano e una serie di centri islamici soprattutto di fedeli del Bangladesh; e dall’altro lato l’Ucoii che afferma: “Ripartiremo solo dopo il 24 maggio. Per una questione di responsabilità e con grande rammarico” rimarremo “chiusi per l’ultimo periodo di Ramadan e per Eid al-Fitr, la festa di chiusura del sacro mese del digiuno”. Il Metropolita Gennadios, arcivescovo ortodosso d’Italia e Malta, annuncia “con grande gioia” la firma del protocollo e avverte: ” Conseguentemente alla riapertura, dal 18 maggio non è più consentita la realizzazione delle dirette streaming e di fotografie delle funzioni. Chi non potrà venire in chiesa per motivi di salute e altro, potrà guardare le dirette del nostro Patriarcato Ecumenico”.