Covid, in India ospedali senza più ossigeno. Il Paese chiede aiuto

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India Covid ossigeno
(foto account Facebook Sopitas)

La gente muore in ospedale, senza ossigeno. E l’India si organizza per resistere, anche ricorrendo al contrabbando. Il Paese chiede l’aiuto internazionale

Mentre l’India batte un altro record globale per quanto riguarda i dati sui morti e gli infetti da Covid-19, gli ospedali restano senza ossigeno. La gente si organizza in casa, perché sa di non poter più accedere alle corsie. Infatti negli ospedali di Delhi e in molte altre città sono finiti i posti letto disponibili. Così molte persone sono state costrette a trovare il modo per ottenere a casa cure per i malati. Alcuni si sono rivolti al mercato nero, dove i prezzi dei medicinali essenziali e delle bombole di ossigeno sono saliti alle stelle e sta proliferando la distribuzione sotto banco di farmaci contraffatti.

Record

Lunedì l’India ha registrato un nuovo record giornaliero di casi di coronavirus. Per il quinto giorno consecutivo il paese asiatico è arrivato ad avere 352.991 contagi da Sars-Cov2. E 2.812 decessi correlati all’infezione pandemica. Mentre l’India combatte una seconda ondata devastante di Covid-19, gli sforzi internazionali per aiutare ad affrontare la crisi indiana si stanno moltiplicando. Gran Bretagna e Stati Uniti sono in prima fila con annuncio di aiuti e di forniture mediche. La seconda ondata, iniziata a marzo, si è intensificata rapidamente. Ora l’India che ha registrato più di un milione di nuovi casi in soli tre giorni.

SOS

La situazione è particolarmente grave nella capitale Nuova Delhi. La metropoli è in lock down e rimarrà chiusa fino al 3 maggio. La città sta affrontando una grave carenza di ossigeno. Delhi non produce il proprio ossigeno e fa affidamento sulle risorse fornite dal governo centrale. Diversi ospedali di Delhi hanno twittato messaggi di SOS durante il fine settimana. Sabato, almeno 20 pazienti in condizioni critiche sono morti dopo che il previsto quantitativo di ossigeno non è arrivato in tempo in un ospedale della capitale. In un tweet domenica, il primo ministro Narendra Modi ha detto che la sua amministrazione installerà 551 impianti di generatori di ossigeno in ogni distretto per garantire un’adeguata disponibilità. Il governo centrale è stato oggetto di feroci critiche all’interno del paese per la sua gestione dell’epidemia, che ha visto gli stessi medici, sopraffatti e inermi, pubblicare appelli sui social media. Per questo molte persone si sono dovute rivolgere al mercato nero nel disperato tentativo di salvare i propri cari.

Aiuti

Con immagini strazianti pubblicate dai media indiani e il crescente numero di vittime che fanno notizia a livello mondiale, i paesi di tutto il mondo si sono fatti avanti per offrire aiuto. Secondo la Casa Bianca, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti distribuirà forniture e supporto all’India, incluso l’invio di ventilatori, DPI, kit per test diagnostici rapidi e terapie. Gli Stati Uniti stanno anche pensando di fornire generatori di ossigeno. All’inizio di quest’anno, però, proprio gli Stati Uniti avevano posto un divieto temporaneo all’esportazione di materie prime fondamentali per la produzione di vaccini. Questa decisione controversa ha significato per i produttori in tutto il mondo, incluso il Serum Institute of India (SII), dover affrontare una significativa carenza. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale di malattie infettive negli USA e che primo consigliere di Biden in tema di Covid, ha detto che l’invio di vaccini in ‘surplus’ in India era già da tempo sul tavolo. Il Covid è un problema globale, ed è “questo il motivo per cui i Paesi ricchi devono esercitare la responsabilità morale di aiutare il resto del mondo a tenere tutto sotto controllo”, ha dichiarato Fauci.

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