Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha bocciato la richiesta di revoca del carcere duro per l’anarchico Alfredo Cospito che resterà così in cella in regime di 41-bis.
Ora l’attenzione è tutta su quali saranno le reazioni dello stesso Cospito – detenuto nel carcere di Opera, al centesimo giorno di sciopero della fame – e, sulle piazze, degli anarchici che si sono già fatti sentire nelle settimane scorse. La difesa dell’anarchico intanto ha già annunciato ricorso contro la decisione del ministro che avrebbe motivato la sua scelta sulla base dell’inesistenza dei presupposti per la revoca del 41-bis a causa della persistenza della pericolosità sociale di Cospito.
Il 41 bis per Cospito era stato disposto il 4 maggio dell’anno scorso dall’allora Guardasigilli Marta Cartabia per la durata di quattro anni. Secondo quanto si è appreso, al centro del rigetto dell’istanza il fatto che tutte le autorità giudiziarie chiamate da esprimersi sulla vicenda avrebbero giudicato infondate le ragioni per una revoca del 41-bis (la Procura nazionale antimafia, la Dda di Torino e la Procura generale del capoluogo piemontese).