
I violenti scontri esplosi dopo la condanna a due anni di carcere del capo dell’opposizione in Senegal, Ousmane Sonko, leader del Pastef (Patrioti del Senegal), sono già costati 15 vittime. Vere e proprie battaglie tra manifestanti e polizia, appoggiata da reparti dell’esercito, nella capitale Dakar e in diversi centri del Paese dell’Africa Occidentale. Barricate, copertoni in fiamme, lancio di sassi, lacrimogeni, spari e assalti a supermercati, stazioni di servizio e commissariati, tra i morti due agenti delle forze di sicurezza.
Sentenza
A scatenare le proteste la sentenza “politica” contro il principale oppositore del presidente Macky Sall. Sonko è stato assolto dall’accusa di stupro rivolta nei suoi confronti da una giovane donna che lavorava in un salone di bellezza, ma ha ricevuto una condanna a due anni per corruzione di minore. Sonko, terzo nelle ultime elezioni presidenziali del 2019, rappresenta la voglia di cambiamento di gran parte della gioventù senegalese, che lo ritiene il rappresentante del cambiamento di un sistema ingiusto e corrotto. Il presidente Sall sta brigando per ripresentarsi per un terzo mandato alle prossime presidenziali fissate per il febbraio 2024. Con la presidenza Sall, il Senegal, a lungo considerato una delle democrazie più stabili dell’Africa, rischia di assumere contorni sempre più autocratici. Anche dal punto di vista economico, il Senegal appare come una delle nazioni africane meno fragili, realtà consolidata dalle recenti scoperte di ingenti risorse di petrolio e gas.
Escluso
Molti tra gli oppositori hanno avuto problemi con la giustizia, come il sindaco di Dakar, Barthelemy Dias, e il suo predecessore Khalifa Sall, o l’ex ministro delle Finanze, Karim Wade. Ousmane Sonko, 48 anni, originario della Casamance nel sud del Sengal, è stato il più giovane candidato alle presidenziali. La sua popolarità è cresciuta per la determinazione nella lotta contro il sistema corrotto creato nei due mandati dal presidente Macky Sall. Già nel 2021 l’emergere delle accuse nei suoi confronti, aveva infiammato il Senegal con manifestazioni e scontri e un tragico bilancio di 25 morti e centinaia di arresti. L’attuale condanna escluderebbe Sonko dalla corsa alle prossime elezioni. La sentenza è stata considerata dai suoi sostenitori come “l’ultimo capitolo di una farsa” e i dirigenti del Pastef hanno chiamato i cittadini in piazza.
Popolo
Il ministro dell’interno, Felix Abdoulaye Diome, ha accusato i manifestanti di voler “interrompere il normale funzionamento della attività economica”. Le autorità hanno tagliato i collegamenti Internet, per impedire ai contstatori di coordinarsi attraverso i social. Secondo Amnesty International le Fds (Forze di sicurezza senegalesi) hanno utilizzato alcuni manifestanti come scudi umani per proteggersi. Secondo le ultime notizie, Sonko sarebbe agli “arresti domiciliari”, nella sua abitazione circondata da un imponente apparato di sicurezza. Fonti del ministero della Giustizia indicano che potrebbe essere tratto in arresto “in qualsiasi momento”. Le forze politiche di opposizione che riconoscono la leadership di Sonko, riunite nella coalizione Yewwi Askan Wi (“Liberare il popolo”) denunciano la “parodia della giustizia come strumento di manipolazione politica” e chiedendo le immediate dimissioni di Macky Sall, accusato di “alto tradimento”. Anche la piattaforma “F24” (Forces vives du Sénégal), espressione dalla società civile contraria a un terzo mandato di Sall ritenuto illegale, ha chiesto ai senegalesi di mobilitarsi per la “difesa della democrazia e delle libertà”.