Incontro, a margine del summit APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) a San Francisco, tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e quello cinese, Xi Jinping. I leader delle due maggiori potenze economiche mondiali non si vedevano vis-a-vis da un anno e Xi era stato negli Usa l’ultima volta nel 2017. In ballo un non scontato cambio di relazioni, dopo il grande gelo calato per le divergenze su Taiwan, quelle commerciali e la posizione differente di Pechino e di Washington sulle guerre in Ucraina e Medio Oriente.
Spine
Situazione che, nel contesto delle attuali turbolenze globali, lascia il mondo sulle spine. A fronte della risolutezza mostrata dalla Cina su una serie di questioni geopolitiche, gli Stati Uniti, ma anche l’Europa, vogliono ridurre la loro dipendenza dalla Cina, dopo la lezione appresa dai costi economici dalle sanzioni contro la Russia. Un logoramento delle relazioni bilaterali, ha commentato l’agenzia cinese Xinhua, a fronte del quale l’incontro in California doveva essere “un’opportunità cruciale per ricucire i legami e non andava sprecata. Nonostante le differenze istituzionali, il rapporto è tutt’altro che inconciliabile”.
Telefono
“Non stiamo cercando di separarci dalla Cina – aveva detto Biden alla vigilia del faccia a faccia -. Quello che stiamo cercando di fare è cambiare le relazioni in meglio. Tornare alla normalità, poter prendere in mano il telefono e parlarsi in caso di crisi ed essere sicuri che gli alti gradi militari abbiano ancora contatti tra loro”. Ad aprire varchi, alcune aree su cui più facilmente è possibile trovare un terreno comune: dalla politica ambientale e i cambiamenti climatici all’intelligenza artificiale, alla cooperazione nella lotta al narcotraffico. Dopo quattro ore di colloqui, anche tra le delegazioni, Xi e Biden hanno avuto l’opportunità di uno scambio confidenziale durante una breve passeggiata dopo pranzo.
Pianeta
Secondo informazioni di stampa, Biden ha affermato che i due leader devono garantire che “la concorrenza non porti al conflitto”. Per Xi “il Pianeta è abbastanza grande, perché entrambi i Paesi possano avere successo. La Cina non ha cercato di spodestare gli Stati Uniti e gli USA non dovrebbero tramare nei confronti della Cina”. Sul social X, Biden ha scritto: “Oggi abbiamo fatto veri progressi”. Di sicuro c’è che i due presidenti hanno concordato di ripristinare i canali di comunicazione tra militari, per ridurre i rischi intorno a Taiwan o nel Mar Cinese meridionale, dove si sono registrati scontri tra le forze militari americane e cinesi potenzialmente pericolosi. Nella conferenza stampa finale, Biden incalzato dai giornalisti ha ancora una volta toccato un tasto delicato, la definizione di Xi come di un dittatore. Forse questa volta con un briciolo più di tatto, ma pur sempre in modo che non è piaciuto alla delegazione cinese: “Beh – ha rimarcato Biden -, voglio dire che è un dittatore nel senso che gestisce un Paese, un Paese comunista, basato su una forma di governo totalmente diversa dalla nostra”.