Amministrative, la sfida politica all’ombra del governo Draghi

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(Foto di Tumisu da Pixabay)

Poco meno di 12 milioni e 150 mila elettori sono chiamati alle urne, per una tornata amministrativa dal forte sapore politico nell’era del governo di unità nazionale guidato da Mario Draghi. Seggi aperti domani, dalle 7 alle 23, e lunedì, dalle 7 alle 15. Si eleggono i sindaci e i consiglieri in 1.192 Comuni, nei centri maggiori anche i presidenti di Municipio e i rispettivi Consigli. Sono 19 i capoluoghi di provincia che rinnovano le amministrazioni e 6 i capoluoghi di regione: Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Trieste. Contestualmente si voterà anche per la Regione Calabria e si avrà la sfida per le suppletive di due seggi della Camera dei deputati, nei collegi di Siena, dove corre il segretario Pd Enrico Letta, e di Primavalle a Roma.

Ballottaggio

Nei 137 Comuni con più di 15 mila abitanti nel caso nessun candidato ottenga la maggioranza assoluta – ovvero più del 50% dei voti validi – è previsto un secondo turno di ballottaggio, che si terrà tra due settimane, il 17 e 18 ottobre prossimi. Le operazione di voto nei seggi si svolgeranno nel rispetto dei protocolli sanitari e di sicurezza anti-Covid. C’è attesa per il risultato di un voto che contrappone la responsabilità e l’impegno per l’uscita dalla pandemia con più sviluppo e più diritti incarnati in particolare dal Partito democratico e un centrodestra in confusione, esposto alle pulsioni dei no-vax e di una ultra destra estremista.

Sfida

A Milano la sfida è tra l’uscente Beppe Sala del centrosinistra e il pediatra del centrodestra, Luca Bernardo. Scalpore nelle ultime ore ha suscitato la scoperta di legami tra FdI e ambienti del neofascismo duro e puro. A Roma, sommersa dai rifiuti e percorsa da famiglie di cinghiali dopo cinque anni di ‘non governo’ della grillina Raggi, puntano al ballottaggio Roberto Gualtieri per il centrosinistra e il nostalgico dell’Impero romano, Enrico Michetti, per il centrodestra. Terzo incomodo il ‘centrista’ Calenda, con la Raggi che nonostante tutto non intende arrendersi. Prove di intesa tra centrosinistra e M5s a Napoli, con Gaetano Manfredi contro il magistrato Catello Maresca per il centrodestra; e a Bologna con Matteo Lepore a cui si oppone per il centrodestra Fabio Battistini. A Torino ha fatto un passo indietro l’uscente Chiara Appendino (M5s). In lizza ci sono Stefano Lo Russo per il centrosinistra, Paolo Damilano per il centrodestra e la pentastellata Valentina Sganga.

Scelta

Il vicesegretario Pd, Peppe Provenzano, sottolinea: “In gioco è soprattutto il futuro delle comunità, ovunque la scelta è di campo. Da una parte c’è la destra di Salvini e Meloni, sempre più estrema, quelli del ‘me ne frego'”. Dall’altra il Pd, “alla guida di coalizioni progressiste e aperte alle reti civiche. Sono quelli che hanno affrontato l’emergenza mettendo davanti a tutto le persone, la salute e i bisogni. E che, nel mezzo della crisi peggiore della nostra storia, si sono battuti per una prospettiva di benessere, con la svolta europea di Next Generation Eu”. Per Provenzano: “La pandemia ha definitivamente spazzato via l’illusione della fine della distinzione tra la destra e la sinistra, che invece si pone con più urgenza guardando al futuro. Dobbiamo uscire da questa crisi con più diritti, più giustizia sociale e ambientale, più democrazia”.

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