
Sabato 11 marzo 2023, ore 14,30 sulle spiagge della tragedia a Steccato di Cutro ci sarà la manifestazione che vuole essere un appello a tutto il mondo politico nazionale e internazionale affinché non si verifichino mai più i naufragi. Fermare la strage, subito! E’ l’appello degli organizzatori, tra cui Tavolo Asilo e Immigrazione, le Ong impegnate nel soccorso in mare, reti locali della Calabria, l’AOI e le altre organizzazioni e associazioni che si occupano da sempre di salvare i migranti che arrivano sui barconi. Tra i partecipanti anche Save the Children ha garantito la propria presenza, insieme a tutti quei cittadini che vogliono esprimere indignazione e solidarietà ai parenti delle vittime.
Save the Children
“L’Italia e l’Europa stanno concentrando i loro sforzi sull’obiettivo di proteggere i confini e impedire le partenze, come se ogni volta quello che succede fosse un drammatico incidente, invece di mettere in campo un sistema di ricerca e soccorso delle persone in difficoltà in mare coordinato e strutturato e di predisporre vie di accesso legali e sicure per chi cerca una possibilità di salvezza e futuro. Saremo presenti sabato a Cutro per testimoniare il nostro impegno insieme a tante altre organizzazioni e cittadini al fianco di persone che hanno perso figli, padri, madri, fratelli e sorelle. Perché queste morti smettano di essere soltanto numeri e ci sia un’azione reale e concreta per evitarle.” Ha dichiarato Antonella Inverno, Responsabile Politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza di Save the Children Italia, che sarà presente sabato prossimo alla manifestazione di Cutro.
Appello
Il dolore e l’appello dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime della tragedia di Cutro devono trovare risposta in una concreta assunzione di responsabilità da parte del Governo Italiano e dell’Europa perché questi disumani avvenimenti non accadano più. I bambini e le loro famiglie che cercano di fuggire da guerre, violenze e povertà estrema nei paesi di crisi e di transito, continuano ad essere costretti a consegnarsi nelle mani dei trafficanti rischiando la morte. La maggior parte di loro partono perché non hanno scelta. Come dimostrano le oltre 8mila persone che hanno perso la vita o sono rimaste disperse sulle rotte del Mediterraneo verso l’Europa, solo dal 2019 a oggi.
Sicurezza
La linea restrittiva adottata dall’Ue e dagli stati membri rispetto ai flussi migratori e al loro ingresso in Europa espone uomini, donne e bambini al continuo rischio di perdere la vita solo perché cercano protezione o un futuro. Come è purtroppo successo di fronte alle coste italiane, a Cutro, e come già avvenuto in tante altre spiagge del dolore. La manifestazione di Cutro è il primo importante appuntamento nazionale di un percorso di iniziative e mobilitazioni che le reti intendono organizzare (si legge sul sito di ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani). La drammatica assenza di canali sicuri e legali di accesso al territorio europeo obbliga chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà a rischiare la vita. L’obiettivo di organizzazioni e associazioni è sollecitare un’inversione di rotta delle politiche migratorie in Italia e nell’Unione europea e di trovare finalmente un intento comune che possa garantire ai migranti l’accoglienza. Sia che essi arrivino via terra o via mare.