
All’Argentario è arrivato il verdetto dopo una sfida molto accesa tra Arturo Cerulli, appoggiato da Fratelli d’Italia, Roberto Cerulli dal Pd e Priscilla Schiano portata dalla Lega e Forza Italia.
Arturo detto il Pera ha vinto anche contro la logica politica che vorrebbe le alleanze divise finire soccombere per una questione matematica. C’è l’ha fatta per il suo grande vigore ed impegno sempre al fianco dei cittadini e dei loro problemi anche quando non era sindaco. Ce l’ha fatta anche contro la Chiesa scesa in campo per Zeppetto, soprannome di Roberto Cerulli ed anche di molti poteri locali consolidati negli anni. Una grande vittoria.
Se non avesse preso più voti di quelli che ha a livello nazionale la Meloni non c’è l’avrebbe fatta. È arrivato il 36,6%
Per Pera si apre il Pera tre, nel ricordo dei Fanfani, degli Andreotti e dei Moro che governavano più volte è quasi sempre in meglio. Per lui un momento storico nella vita dell’Argentario.
Come si sa un sindaco è una sorta di monarca assoluto, può decidere tutto lui sulla futura composizione della giunta e come regolarsi nei confronti degli sconfitti. Arturo ha preso 2476 voti, Roberto Cerulli 2157, Priscilla Schiano 2132. Ora sta ad Arturo cercare di ricomprendere tutti.
Da come conosco per lunga amicizia Arturo è tutto tranne che un estremista. Ha sue idee ben salde e soprattutto è orientato al benessere della sua popolazione, la sente quasi come una vocazione. Credo che apprezzi il socialismo riformista e questo forse lo ha portato ad oltrepassare tutti. Quello che mi sembra certo è che abbia un grande rispetto per tutte le idee. Anche se bastoni tra le ruote gliene hanno messi molti. Quello che mi ha meravigliato è una frase ascoltata a caldo dal senatore Berardi, di Forza Italia, che appoggiava Priscilla. Piena di astio. Il senatore avrebbe dovuto innanzitutto congratularsi per una vittoria del centrodestra che aveva contribuito a rendere da sicura a problematica. Da rivedere…
Quello che è un grande insegnamento di Aldo Moro è costruire argini potenti di legalità e rispetto e poi fare scorrere tutto. Ed un altro, che le decisioni politiche se controverse si possono sempre rimandare e decidere all’ultimo. Diminuiscono i rischi di sbagliare. I Consigli dei ministri di Aldo Moro, cominciavano sempre tardi, e duravano anche 18 ore. L’importanza della riflessione.