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sabato, 23 Settembre 2023

Ue, nella notte si va verso l’accordo. All’Italia 209 miliardi?

Se finisce così all’Italia andrebbero 209 miliardi, 82 di aiuti a fondo perduto e 127 di prestiti. Nella notte, come aveva anticipato il premier Giuseppe Conte, si va dunque verso un accordo di compromesso – un pò una costante dei vertici comunitari – al Consiglio europeo straordinario di Bruxelles sui miliardi del Recovery Fund.

Una quattro-giorni che ha contrapposto fino all’ultimo anche tra forti polemiche le richieste dei paesi del Sud più colpiti dal Covid-19, segnatamente Italia, Spagna e Francia, alle ‘frenate’ dei paesi del Nord, cosiddetti – anche se a sproposito – ‘frugali’, cioè Olanda con il focoso e testardo Mark Rutte, Danimarca, Svezia, Finlandia e Austria. Sembra infatti in dirittura d’arrivo la proposta di compromesso del presidente del consiglio europeo Charles Michel che farebbe diminuire i sussidi per l’Italia di 3,84 miliardi rispetto alla proposta iniziale della Commissione europea, mentre i prestiti aumenterebbero di 38,8 miliardi. 

Nella proposta di Recovery fund presentata stasera ai 27 da Charles Michel all’Italia spetterebbero per la precisione in totale 208,8 mld, di cui 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti. La proposta iniziale della Commissione prevedeva risorse tratte dal bilancio Ue 2021-2027 per 750 miliardi, 500 di aiuti e 250 di prestiti. Un totale poi mano a mano sforbiciato per l’insistenza dell’ostinata pattuglia dei ‘frugali’ a 390 di aiuti e 360 di prestiti. All’Italia nella prima ipotesi sarebbero andati 173,826 miliardi totali, di cui 85,242 miliardi di sussidi e 88,584 miliardi di prestiti. Nell’ultima versione c’è un aumento di 34,974 miliardi, con un calo dei sussidi di 3,842 miliardi e un aumento dei prestiti di 38,816 miliardi. Ma manca ancora l’Ok finale dei 27 leader dell’Ue, al momento a cena.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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