Forse non se ne sentiva il bisogno in giorni in cui l’attenzione è e doveva essere concentrata sulla riapertura delle scuole in periodo di pandemia ma poichè non ci facciamo mancare niente, eccolo là, a Roma è scoppiato il caso delle minigonne in classe e dei prof ai quali, secondo una vicepreside, “potrebbe cadere l’occhio”. Dove? Ma sulle gambe di studentesse non decorosamente coperte, ovvio. E’ successo al liceo Socrate e la vicenda è rimbalzata sul web con centinaia di commenti. Un caso su cui è intervenuta la ministra Azzolina che ha chiesto un “approfondimento” tramite l’Ufficio scolastico provinciale. Su che cosa? Sull’invito che una vicepreside avrebbe rivolto alle studentesse a non indossare abiti succinti perchè le gonne troppo corte – specie in classi dove i banchi monoposto non sono ancora arrivati – attirerebbero gli sguardi dei professori e dei compagni ai quali appunto “cadrebbe l’occhio”.
Un richiamo o anche solo un invito che non è piaciuto alle alunne che oggi si sono presentate in massa indossando la gonna ed hanno anche affisso – e si sono fatte fotografare accanto ad essi – cartelli di denuncia contro il “sessismo”. Quell’accenno ai prof presunti voyeur non è piaciuto alla presidente dell’associazione nazionale presidi Antonella Giannelli, la quale, come riporta l’Ansa, contesta l’ipotesi di prof guardoni, un’ipotesi definita “deprecabile” e parla della vicenda definendola un “incidente comunicativo”. “E’ ovvio che le studentesse e gli studenti debbano frequentare le lezioni con un abbigliamento decoroso, in segno di rispetto verso l’Istituzione che la scuola rappresenta e verso sé stessi. Non è però condivisibile – dice Giannelli – che la motivazione posta alla base di tale doverosa condotta faccia riferimento a un ipotetico e deprecabile voyeurismo dei docenti (uomini) che, peraltro, svolgono un importante ruolo educativo”.
“Si deve evitare – spiega il dirigente sindacale – che, a causa di un evidente e marginale incidente comunicativo, la categoria dei docenti sia percepita dall’opinione pubblica in maniera distorta e degradata e che il liceo Socrate venga erroneamente rappresentato come presidio di una cultura oscurantista. L’episodio dimostra, una volta di più, quanto sia fondamentale utilizzare le parole correttamente e consapevolmente”. “La corretta comunicazione a scuola è fondamentale. Suggerire a studentesse e studenti, ma anche agli insegnanti, un abbigliamento adatto al luogo e conforme a codici di comportamento condivisi è assolutamente legittimo. Viceversa è sbagliato chiedere a delle studentesse di non indossare una minigonna perché altrimenti ai professori può cadere l’occhio” commenta Vittoria Casa (M5s), membro della Commissione Cultura di Montecitorio. (foto dal web, Twitter)