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lunedì, 25 Settembre 2023

La ricetta e il monito di Draghi: non bastano i sussidi, bisogna investire nei giovani

In tempi di pandemia i sussidi servono a sopravvivere, a ripartire “ma ai giovani bisogna dare di più”, perchè gli aiuti prima o poi finiscono e quello che resterà sarà la mancanza di formazione professionale “che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e i loro redditi futuri”. Investire nei giovani, dunque, è la ricetta per il dopo-Covid che Mario Draghi, ex-presidente della Banca centrale europea, ha illustrato dal palco del Meeting 2020, a Rimini, aprendo la kermesse di Comunione e Liberazione giunta alla sua quarantesima edizione. Il titolo di quest’anno è ‘Privi di meraviglia restiamo sordi al sublime’ ma il tema dominante sarà quello della ripartenza e del mondo che sarà nel post-Covid. Per questo gli organizzatori hanno deciso di affidare l’inaugurazione di questa edizione speciale all’ex presidente della Bce. Il momento è tra i più drammatici, il peggiore da oltre settant’anni. Nel secondo trimestre del 2020 l’economia si è contratta a un tasso paragonabile a quello registrato dai maggiori Paesi durante la seconda guerra mondiale. La pandemia – ha ricordato l’ex-capo della Bce – minaccia non solo l’economia, “ma anche il tessuto della nostra società, così come l’abbiamo finora conosciuta; diffonde incertezza, penalizza l’occupazione, paralizza i consumi e gli investimenti”.

Bene i sussidi dunque nella prima fase della crisi a favore dei più colpiti ma ai giovani va dato di più perché toccherà proprio a loro, ai giovani di oggi, ripagare il debito creato con la pandemia. Sarà un debito senza precedenti e dunque le iniziative per creare le condizioni per ripagarlo dovranno essere anche loro senza precedenti. Guardando indietro, ma neanche tanto, Draghi ha bacchettato i governi che hanno badato più al consenso immediato che alle generazioni future: “Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza. Quindi, essenziale oggi per la crescita e necessario per un’azione immediata è investire nel settore dell’istruzione, nei giovani. Poi una lezione sul debito: c’è quello ‘cattivo’ – ha spiegato Draghi – formato da interventi o sussidi a pioggia che gli investitori internazionali faranno molta fatica a comprare, e quello ‘buono’ derivante da investimenti nell’educazione, nella formazione e nell’istruzione dei giovani sicuramente più appetibile sui mercati. Evidente che Draghi non parlasse per essere ascoltato solo dai giovani del Meeting… (foto rainews.it)

 

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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