Nel referendum costituzionale sulla riduzione dei parlamentari vince il Sì con quasi il 70%. Secondo le prime proiezioni è questo l’esito del voto – il primo dell’era Covid – che registra conseguentemente circa un 30% per il No, un risultato abbastanza scontato. Alle 18 il Viminale ha fornito questi dati basati su 50.000 sezioni scrutinate su 60.000: il Sì al 69,4% (13,2 milioni di voti), il No al 30,6% (5,8 milioni). Esultano i 5 stelle. “Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un Parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno. È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il MoVimento 5 Stelle tutto questo non sarebbe mai successo” scrive su Fb il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Nelle Regionali il centrosinistra respinge l’attacco del centrodestra in Toscana – la sfida più delicata – e in Puglia con un risultato superiore alle previsioni e conserva le due regioni ma perde le Marche. Nel voto toscano, secondo le proiezioni di metà pomeriggio, Giani (centrosinistra) è in vantaggio di 6 punti sulla Ceccardi (centrodestra): 47 contro 41%. In Puglia è in testa l’uscente Emiliano (centrosinistra) con 8 punti di vantaggio su Fitto (centrodestra). Al momento Emiliano ha il 47% e Fitto il 39%. In Veneto trionfo annunciato per il leghista Zaia che va oltre il 70%. Nelle Marche la spunta Acquaroli (centrodestra) su Mangialardi (centrosinistra), 47 contro 37%. In Liguria Toti (centrodestra) supera il 52% davanti a Sansa (centrosinistra) con il 41%. In Campania De Luca (centrosinistra) con il 68% stravince su Caldoro (centrodestra). In Val d’Aosta la Lega è il primo partito. “Molto soddisfatto” per l’esito del voto, sia sul referendum sia per le Regionali, si è detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Dopo l’esito del referendum “può partire il cantiere delle riforme”, ha spiegato in un breve incontro con la stampa dicendosi pronto a rappresentare anche le ragioni dei tanti che hanno votato No.