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lunedì, 25 Settembre 2023

“Il dpcm così non va”. E Renzi torna a far fibrillare la maggioranza

È stato appena emanato e già se ne chiedono modifiche. Stiamo parlando del dpcm partorito ieri dal governo e in vigore da oggi e per un mese su tutto il territorio nazionale tra le proteste di chi, come i ristoratori e il mondo dello spettacolo, si ritiene penalizzato da alcune scelte contenute nel decreto di Conte. Quel dpcm, una sorta di semi-lockdown, che chiede ancora sacrifici agli italiani in funzione anti-Covid per poter arrivare a vivere “serenamente” il Natale, come ha pronosticato il premier nella conferenza stampa di ieri alle 13,30. Ripensamenti – sia sulla chiusura anticipata di ristoranti e bar, sia sul nuovo stop a cinema e teatri – sollecitati non solo dall’opposizione, il che pur nell’emergenza sarebbe normale, ma anche da parte di una forza politica della maggioranza, per intenderci Italia viva.

La richiesta di modifiche è stata avanzata oggi da Matteo Renzi nella sua e-news. E la maggioranza è entrata subito in fibrillazione con Zingaretti, Franceschini e Orlando a far da scudo a Conte, tutti e tre come d’altronde i Cinquestelle, preoccupati per la tenuta del governo. “Mentre si chiedono (ancora) sacrifici, sarebbe molto utile, secondo me, che il Governo chiarisse questi punti. E ci spiegasse quali sono i dati scientifici e le analisi sui quali si prendono le decisioni: i dati scientifici, non le emozioni di un singolo ministro” ha detto il leader di Iv ed ex-premier annunciando che chiederà a Conte di modificare il dpcm “nella parte su ristoratori, luoghi di cultura e attività sportiva”.

In particolare per Renzi l’orario di chiusura di bar e ristoranti dovrebbe essere spostato dalle 18 alle 22. Tensione palpabile nella maggioranza dopo queste parole con il segretario dem duro in direzione pur senza nominare Renzi: “E’ sempre stato sbagliato, ma ora stare con i piedi in due staffe è eticamente intollerabile. In gioco c’è la vita delle persone. L’Italia si aspetta da chi ha responsabilità di governo serietà e autorevolezza”. A difesa del dpcm e di Conte anche Dario Franceschini subissato di richieste di modifica sostanziali – in pratica una cancellazione dello stop a cinema, teatri e sale da concerto – da parte del mondo dello spettacolo e della cultura in generale.

Il ministro della Cultura si assume tutta la responsabilità delle scelte effettuate e definisce “un dolore” la chiusura di teatri e cinema. “Ma oggi – aggiunge – la priorità assoluta è tutelare la vita e la salute di tutti, con ogni misura possibile. Lavoreremo perché la chiusura sia più breve possibile e come e più dei mesi passati sosterremo le imprese e i lavoratori della cultura”. Per Franceschini chi critica il dpcm, anche lui senza nominare Renzi, “non si rende conto della gravità della situazione”.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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