Molte famiglie colpite dalla pandemia hanno dovuto spostarsi da una regione all’altra in cerca di un lavoro. In tante hanno dovuto cedere i propri figli. Altri bambini vengono rapiti e abusati ogni giorno
di Oriana Mariotti
La pandemia in India ha creato un dramma nel dramma: l’aumento dei rapimenti di bambini e del traffico di minori. A causa del Covid-19 molte famiglie hanno perso il sostentamento e hanno dovuto arrangiarsi, facendo lavorare anche i figli al di sotto dei 14 anni. Età minima prevista in India dalla legge per il lavoro minorile. Negli ultimi anni il governo indiano aveva rafforzato le leggi sul lavoro dei minori di 14 e 18 anni, ma con l’arrivo del Coronavirus, che ha colpito pesantemente l’economia, questa piaga si è di nuovo allargata. Le forze dell’ordine, impiegate nelle misure di sicurezza anti-contagio, non sono in grado di tenere sotto controllo i movimenti dei trafficanti di bambini.
Lavoro coatto
I ragazzini sono richiesti per il lavoro di laccatura dei bracciali rigidi in vetro e oro colorato, i cosiddetti ‘chiudi’ (conosciuti internazionalmente con il nome inglese di bangles), che vengono prodotti nella regione del Jaipur. La laccatura è un lavoro pericoloso e non adatto ai più piccoli. E’ severamente vietato dalla legge far lavorare in questa industria artigianale i ragazzi al di sotto dei 18 anni di età. Per ovviare alla legge i bambini vengono reclutati da adulti che, spesso all’insaputa dei genitori, promettono loro una vacanza in Jaipur, pagando anche il biglietto del pullman. Ma una volta arrivati a destinazione i piccoli lavoratori vengono costretti nei laboratori di produzione di questi monili etnici venduti in tutto il mondo. Se ne trovano sia su Amazon che su Ebay. Per le donne indiane sono un must, un ornamento a cui ricorrono da secoli per sentirsi più belle.
Scuole chiuse
“Una crisi così pesante non ha mai colpito i nostri bambini”, ha dichiarato il Nobel per la Pace 2014 Kailash Satyarthi, la cui organizzazione Bachpan Bachao Andolan (una Save the Children indiana) lavora per proteggere i diritti dei minori. “Questa non è semplicemente una crisi economica come altre che il Paese ha dovuto affrontare. È un disastro civile e umano che mette a repentaglio il futuro di intere generazioni di giovani indiani”, ha aggiunto Satyarthi. Nel mese di marzo 2020 anche l’India è entrata in lockdown e milioni di bambini sono rimasti a casa per la chiusura delle scuole. Scuola che assicurava loro almeno il pasto del pranzo. Con i genitori senza lavoro e le scuole chiuse i trafficanti di lavoro minorile hanno avuto vita facile. Sono andati a bussare alle porte delle famiglie più povere. Tra aprile e settembre più di mille bambini sono stati salvati in India e quasi 100 trafficanti assicurati alla legge, con l’aiuto di organizzazioni di attivisti come Bachpan Bachao Adolan.
Abusati
Spesso purtroppo, secondo i dati delle onlus, i minori rapiti non vengono solo costretti al lavoro coatto, ma vengono anche abusati dagli stessi trafficanti o venduti per sesso. Chiaramente i giovani più a rischio sono quelli che appartengono alle famiglie più povere, bambini che vivono per strada senza controlli. Con la pandemia la situazione si è inasprita. Milioni di famiglie si sono dovute spostare da una regione a un’altra in cerca di lavoro e gli aiuti statali sono insufficienti (secondo i dati UNICEF solo il 42% dei migranti hanno ricevuto aiuti adeguati). In questa situazione il 21% di nuovi poveri è disposto a impiegare illegalmente i propri figli minori di 18 anni nei laboratori artigianali. Secondo i dati raccolti dal Servizio per le Politiche educative del governo indiano, il 31% dei ragazzi che ha dovuto lasciare la scuola a causa della pandemia non riceverà più una educazione adeguata.