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lunedì, 5 Giugno 2023

731 morti. Mattarella contro chi pensa “a me non succederà…”

“Nessuno si lasci ingannare dal pensiero ‘a me non succederà’: questo modo di pensare si è infranto contro innumerevoli casi di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus. Abbiamo dovuto – e dobbiamo tuttora – purtroppo piangere la morte di tante persone; di ogni età, anche tra i giovani. E non dobbiamo dimenticarcene, per rispetto nei loro confronti”: così Sergio Mattarella ha attaccato il pensiero cosiddetto ‘negazionista’ nel corso di in un incontro a distanza con i sindaci d’Italia affrontando il tema della lotta al coronavirus che richiede – ha detto – unione e senso di responsabilità “non certo polemiche scomposte”. E la dimensione e la portata di questa lotta contro un virus che “tende a dividerci” sono racchiuse nei numeri di oggi. Sono stati infatti 731 i morti (ieri erano stati 504) e 32.191 i nuovi contagi in Italia nelle ultime 24 ore. Il dato è in aumento rispetto ai 27.354 di ieri e segue il numero di tamponi che salgono di oltre 50mila unità dai 152.663 di ieri ai 208.458  di oggi. Il tasso di positività è quindi del 15,4%, leggermente in calo rispetto al 17,4% ieri. Crescono i pazienti ricoverati in terapia intensiva passando da 3.492 a 3.612.

Nel suo accorato appello il capo dello Stato ha sollecitato gli italiani a far ricorso “al senso di responsabilità, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione”. Anche con osservazioni critiche, sempre utili – ha detto – “ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti. La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti”. Insomma, guai a dividersi: “Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti – ha sottolineato Mattarella – ci rendiamo conto che tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie – talvolta impopolari – per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno”. “Il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell’emergenza, ci si divide” ha concluso il capo dello Stato.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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