“Nessuno si lasci ingannare dal pensiero ‘a me non succederà’: questo modo di pensare si è infranto contro innumerevoli casi di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus. Abbiamo dovuto – e dobbiamo tuttora – purtroppo piangere la morte di tante persone; di ogni età, anche tra i giovani. E non dobbiamo dimenticarcene, per rispetto nei loro confronti”: così Sergio Mattarella ha attaccato il pensiero cosiddetto ‘negazionista’ nel corso di in un incontro a distanza con i sindaci d’Italia affrontando il tema della lotta al coronavirus che richiede – ha detto – unione e senso di responsabilità “non certo polemiche scomposte”. E la dimensione e la portata di questa lotta contro un virus che “tende a dividerci” sono racchiuse nei numeri di oggi. Sono stati infatti 731 i morti (ieri erano stati 504) e 32.191 i nuovi contagi in Italia nelle ultime 24 ore. Il dato è in aumento rispetto ai 27.354 di ieri e segue il numero di tamponi che salgono di oltre 50mila unità dai 152.663 di ieri ai 208.458 di oggi. Il tasso di positività è quindi del 15,4%, leggermente in calo rispetto al 17,4% ieri. Crescono i pazienti ricoverati in terapia intensiva passando da 3.492 a 3.612.
Nel suo accorato appello il capo dello Stato ha sollecitato gli italiani a far ricorso “al senso di responsabilità, per creare convergenze e collaborazione tra le forze di cui disponiamo perché operino nella stessa direzione”. Anche con osservazioni critiche, sempre utili – ha detto – “ma senza disperderle in polemiche scomposte o nella rincorsa a illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti. La libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti”. Insomma, guai a dividersi: “Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti – ha sottolineato Mattarella – ci rendiamo conto che tende a dividerci. Tra fasce di età più o meno esposte ai rischi più gravi, tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche, tra le stesse istituzioni chiamate a compiere le scelte necessarie – talvolta impopolari – per ridurre il contagio e garantire la doverosa assistenza a chi ne ha bisogno”. “Il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell’emergenza, ci si divide” ha concluso il capo dello Stato.