“Il lavoro è strumento di progresso e di affermazione delle persone, non un gioco d’azzardo potenzialmente letale”. Cerimonia per la Festa del Lavoro al Palazzo del Quirinale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricordato la centralità del primo articolo della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Si tratta di “un pungolo, un senso di marcia, una sfida costante alle istituzioni, ai corpi sociali, alle forze produttive. Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità. È strumento di realizzazione di diritti sociali. È motore di rimozione delle disuguaglianze”.
Sicurezza
Ma su tutto una premessa: la sicurezza. “Vorremmo – ha rimarcato Mattarella – che intorno a questa necessità si mobilitasse il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche. Vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo ‘Zero morti’. L’obiettivo di più lavoro non può tradursi in più incidenti sul lavoro”. Lavoro e temi economici vanno a braccetto. “Eravamo avviati – ha ricordato il Presidente della Repubblica – a uscire dalla crisi indotta dalla pandemia. La medesima determinazione occorre avere oggi di fronte al brusco stop alla ripresa economica indotto dall’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina”.
Unità consapevole
Da più parti si torna a invocare un nuovo ‘patto sociale’. Mattarella traccia un percorso: “Un’unità consapevole tra le forze sociali deve consentire al ‘Cantiere Italia’ di realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, con un capitolo di relazioni sociali all’altezza di tempi moderni”. Insomma, “La nuova ‘fabbrica’ del Paese deve saper tenere insieme funzione sociale dell’impresa, innovazione e produttività, crescita dell’economia e dell’occupazione nella dimensione nuova della sostenibilità, dignità del lavoro”.
Inflazione
Si profila un preciso nemico: l’inflazione. Anche qui, ha detto Mattarella: “Non possiamo permetterci di sbagliare: i due terzi della domanda dipendono in Italia dai consumi delle famiglie. A loro dobbiamo guardare. Di certo, non possiamo arretrare”. Quindi: “non lasciare indietro nessuno, costruire, con i nuovi lavori, anche un welfare rinnovato. Procedere con decisione sulla strada degli investimenti nella formazione, nella scuola, nella ricerca, nella cultura”.