La linea del governo è ferma e chiara e non si sposta per queste cose…
Mario Draghi liquida così il ‘caso’ di una eventuale visita a Mosca cui sta lavorando il leader leghista Salvini. Le iniziative per di più non concordate di un leader di un partito della maggioranza secondo molti osservatori avrebbero irritato non poco l’esecutivo (ma anche il Pd) e potrebbero causare seri problemi intaccando l’immagine internazionale dell’Italia.
Il premier ha affrontato la questione nel corso della conferenza stampa finale del Consiglio europeo straordinario di Bruxelles concluso con un sofferto ok all’embargo del petrolio russo (via mare) a partire della fine del 2022, con l’eccezione dell’Ungheria di Orban. Draghi è stato netto in risposta alla domanda di un giornalista: “Queste cose” dice alludendo alle iniziative messe in atto da Salvini non possono spostare la linea italiana in politica estera, che è e resta ancorata all’Ue, alla Nato e al G7.
“Il governo è fermamente collocato nell’unione europea e nel rapporto storico transatlantico. In questo binario si è sempre mosso e continua a muoversi. Io sono stato chiarissimo su questo. Il governo – ha scandito il premier – è allineato coi partner del G7, della Nato, dell’Ue e continua a farlo. Questo è quanto, non si fa spostare da queste cose”. E ancora, ha aggiunto in riferimento ai contatti di esponenti politici della maggioranza con i russi, “quello che ho detto anche al Copasir riguardo ad eventuali rapporti di esponenti di forze che sono al governo è che l’importante è che siano rapporti trasparenti”.
“È stato un Consiglio europeo un po’ lungo ma siamo abbastanza soddisfatti dai risultati”, ha commentato Draghi sottolineando che sul funzionamento del mercato dell’energia e sui prezzi alti l’Italia è stata accontentati con la Commissione che “ha ricevuto ufficialmente mandato per studiare la fattibilità del price cap”. E l’accordo sulle sanzioni ed in particolare sullo stop al petrolio russo, secondo Draghi, “è stato un successo completo. Immaginare di essere uniti sul 90% dell’embargo è una cosa che qualche giorno fa non sarebbe stata credibile”. L’Italia non esce penalizzata dall’intesa, “anche per noi l’obbligo di non importare petrolio russo scatterà alla fine dell’anno, e quindi saremo come tutti gli altri”. Si è tenuto conto della situazione dell’Ungheria che non ha accesso sul mare se si interrompe il petrolio russo occorre essere sicuri che possa approvvigionarsi da altre fonti; avranno quindi un’esenzione da questo obbligo per far sì che si attrezzino. Per noi l’embargo scatterà dalla fine dell’anno e siamo più o meno come gli altri”. Sulla guerra in Ucraina premier ha ribadito che “Putin non può vincere questa guerra” e la “pace la può decidere solo Kiev”.