Volodimyr Zelensky ha lasciato oggi l’Ucraina per la prima volta dopo dieci mesi ed è volato a Washington da Biden, chiederà e otterrà i missili Patriot.
Ha lasciato Kiev per la prima volta dal 24 febbraio, da quando cioè Putin ha invaso il suo paese, e ha raggiunto la Casa Bianca – scortato lungo il tragitto aereo dai jet Usa – dove lo attendeva il suo più potente alleato, il presidente degli Stati Uniti. Una visita a sorpresa, preparata in gran segreto. E stanotte (ora italiana) Zelensky parlerà al Congresso Usa, invitato da Nancy Pelosi.
Joe Biden ha accolto il presidente ucraino – che indossava la sua ormai iconica divisa ‘da combattimento’ – con grande calore. Sul prato della Casa Bianca Biden gli ha poggiato una mano sulle spalle per lanciare al mondo due messaggi: testimoniare la profonda amicizia che lega i due paesi, un’amicizia che ormai è un’alleanza destinata a rafforzarsi con altri aiuti militari (due miliardi di dollari) che includeranno i (tanto sospirati, da Kiev) missili Patriot per contrastare la pioggia di attacchi russi su tutto il paese e avvertire Vladimir Putin che gli Usa faranno di tutto per impedirgli di vincere la guerra di aggressione scatenata contro il paese confinante.
Quel Putin che proprio oggi si è detto pronto a impiegare sul fronte ucraino missili russi di nuova generazione: come dire che i Patriot, il sistema di difesa anti-missile americano che Kiev si appresta ad avere da Washington, non potranno proteggere l’Ucraina quando in primavera l’Armata russa muoverà per tentare la spallata decisiva. Zelensky in qualche modo ha confermato che la guerra è destinata ancora a durare ma non ha perso il suo ottimismo. Grazie agli Usa e gli altri paesi occidentali, ha detto, “controlliamo la situazione”. “Il prossimo anno dovremo restituire la bandiera ucraina e la libertà a tutta la nostra terra, a tutto il nostro popolo” ha aggiunto, mentre Biden gli dava atto del suo coraggio e lo definiva “uomo dell’anno”.