Settemila morti, un’immane catastrofe dalle dimensioni ancora non definite. E’ un bilancio purtroppo ancora provvisorio quello diramato oggi dalla Protezione civile di Ankara per il sisma che ha colpito 48 ore fa il sud-est della Turchia e il nord-ovest della Siria. Si continua a scavare mentre non si fermano le scosse. Funzionari e medici hanno affermato che 5.434 persone sono morte in Turchia e 1.712 in Siria, portando così il totale delle vittime a 7.146. Ma c’è chi teme che il bilancio finale dei morti possa toccare le 20.000 unità. I feriti sono infatti decine di migliaia (26.721) e gli edifici distrutti 5.775. La città di Aleppo, in Siria, già semidistrutta dalla guerra civile, è un cumulo indistinto di macerie. Mancano notizie di un italiano: si chiama Angelo Zen, è veneto. “Siamo in contatto costante con la famiglia”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani. In Turchia il presidente Erdogan ha dichiarato lo stato di emergenza nelle dieci province colpite dal sisma avocando a sè i pieni poteri per tre mesi. Il mondo intero si è sta mobilitando per i soccorsi.