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venerdì, 31 Marzo 2023

Meloni sul caso Cospito: “Lo Stato non scende a patti con chi lo minaccia”

Se qualcuno aveva dei dubbi su come la pensasse la premier sul caso Cospito e sulle violenze degli anarchici oggi probabilmente se li è tolti.

Giorgia Meloni è stata inequivoca nelle sue affermazioni al termine di una riunione in Prefettura a Milano quando è stata interpellata sulle diverse posizioni assunte dalla politica in relazione alla vicenda.

Certo, ha detto, “è un tema molto delicato” ma “su alcune cose le istituzioni dovrebbero compattamente dire da che parte stare, su questo ci sono delle sensibilità diverse”. “Lo Stato – ha scandito – non può scendere a patti con chi lo minaccia, questo vale per la mafia ieri e per gli anarchici oggi”. E come corollario un concetto più volte da lei ribadito: “Finito il tempo dello Stato forte con i deboli e debole con i forti”.

Quanto alla bufera che ha investito Donzelli e Delmastro, di cui l’opposizione chiede le dimissioni, sempre sul caso Cospito, la Meloni è stata altrettanto chiara: non lasceranno. “Non penso ci sia bisogno delle dimissioni. La procura (che ha aperto un fascicolo per rivelazioni di segreto d’ufficio, contro ignoti, ndr) fa il suo lavoro – ha aggiunto – e il ministero della Giustizia ha più volte detto che non erano documenti coperti da segreto”. Decisa anche la sua risposta ad una domanda su un altro caso, quello del sottosegretario Fazzolari – sempre FdI – che, secondo un quotidiano, avrebbe proposto di inserire il tiro a segno come materia scolastica, idea poi decisamente smentita dall’interessato. “Ritengo che questa cosa non sia mai esistita e Fazzolari dice di non averla mai detta. Nessuno ha mai pensato una cosa come quella. È un caso che non esiste”. “Quando una cosa viene smentita dagli interessati – ha concluso – bisognerebbe prenderne atto. Invece si continua a parlare di cose che non esistono”.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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