Bufera su Berlusconi, un Berlusconi di nuovo ‘putiniano’, per i suoi rinnovati attacchi a Zelensky. Per il presidente di Forza Italia la colpa della guerra è sua. E pare di capire che se fosse dipeso da lui non solo la lettera del leader di Kiev – declamata da Amadeus dopo l’una di notte sul palco dell’Ariston a Sanremo – non sarebbe mai stata letta ma a maggior ragione non ci sarebbe stato l’incontro tra la premier italiana Giorgia Meloni e il presidente ucraino a Bruxelles.
Nuova puntata dunque de ‘La guerra in Ucraina secondo Berlusconi’ oggi a Milano fuori del seggio dove il leader di Forza Italia ha votato per le regionali lombarde. Un’uscita che ha imbarazzato Giorgia Meloni e a cui per parare il colpo ha risposto subito una nota di palazzo Chigi per confermare a dispetto delle parole del Cav il “pieno e convinto sostegno” del governo italiano a Kiev.
Basterà per ricomporre la frattura? Il Cav ha parlato pesando le parole e ponendosi in contrasto in un colpo solo con la Meloni, con il governo italiano, con la Unione Europea, con gli Usa e col ‘suo’ ministro degli esteri (Tajani) che sulle responsabilità del conflitto in Ucraina la pensano e agiscono in modo del tutto diverso individuando proprio nello zar del Cremlino il primo colpevole.
“Io parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio – ha scandito Berlusconi rispondendo ai giornalisti – non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.
Non solo, ma il Cav ha suggerito a Biden anche la sua ricetta per la soluzione del conflitto: “Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli ‘è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina. Un piano Marshall 6-7-8-9mila miliardi di dollari, a una condizione, che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi’. Soltanto una cosa del genere – se ne è detto sicuro il Cav – potrebbe convincere questo signore ad arrivare ad un cessate il fuoco”.
Ed è subito bufera politica con le prime reazioni furenti dal Pd che chiede alla Meloni se è d’accordo con le parole “inquietanti” del suo alleato che oggi “si è schierato apertamente con la Russia di Putin”, “segno di una clamorosa contraddizione dentro la maggioranza su un tema delicato come gli aiuti all’Ucraina”. Poi la nota del governo per tentare di rasserenare il clima. Ma le acque restano agitate e tutto lascia pensare che non finisca qui…