Il titolo di quel film di Scola del 1974 con Gassman, Manfredi e la Sandrelli riassume bene la ‘storia’ dei rapporti tra Silvio Berlusconi, ex-premier e leader di Forza Italia, e il tedesco Manfred Weber, capogruppo del Partito popolare europeo e quindi leader della più importante famiglia politica all’europarlamento in cui milita da sempre Forza Italia. I due sono stati protagonisti oggi di un clamoroso ‘divorzio’ per l’ultima esternazione del Cav sulla guerra in Ucraina.
Un botta e risposta durissimo tra due politici che fino a ieri filavano d’amore e d’accordo. A testimonianza di questo profondo feeling, di Weber in particolare si ricorda l’endorsement pro-Berlusconi, un anno fa, nella corsa al Quirinale. “Da leader del Ppe – disse Weber in quell’occasione – sostengo Berlusconi per la presidenza della Repubblica, perché ha dimostrato di avere la conoscenza per ricoprire l’incarico, ha l’esperienza, ha già il network, conosce i partner Ue e può parlare loro direttamente, ha mostrato di poter uscire dall’agone politico anche se è stato il leader forte del centrodestra per oltre vent’anni. Ora ha manifestato la volontà per questa nuova responsabilità e ha il sostegno degli amici in Europa”.
Ma era un anno fa. Oggi lo scontro dietro il quale però sembrano delinearsi gli scenari che si stanno apprestando all’Europarlamento, cioè le grandi manovre in vista delle Europee del 2024 con le voci sempre più insistenti di una possibile intesa tra i Popolari – oggi alleati con il Pse, i socialisti europei – e i Conservatori (presidente del gruppo è Giorgia Meloni) per creare una nuova maggioranza, che sarebbe stavolta di centro-destra, per far politicamente fuori i Socialisti. E’ appena il caso di notare che nell’ultima visita a Roma in gennaio, Weber aveva incontrato per prima la premier italiana, irritando non poco il Cavaliere e che l’attacco di Berlusconi a Zelensky – il casus belli almeno in apparenza dello scontro odierno – aveva nel mirino anche la Meloni, che aveva appena incontrato e abbracciato a Bruxelles il presidente ucraino.
Per la cronaca il divorzio Berlusconi-Weber è il’effetto delle ultimissime dichiarazioni di un Berlusconi pro-Putin su Zelensky, colpevole – secondo l’ex-premier – della guerra in Ucraina. Parole che il Ppe che non ha mandato giù. Una mezza marcia indietro del Cav non è servita e la conseguenza è stata l’annullamento di un vertice del Ppe che avrebbe dovuto tenersi a Napoli il prossimo luglio con la partecipazione di tanti big Ue, dalla Von der Leyen alla Metsola (e con un Berlusconi cui sarebbe toccato fare gli onori di casa).
L’appoggio all’Ucraina aggredita “non è facoltativo” da parte dei partiti del Ppe, ha tuonato Weber che in pratica ha messo fuori dalla famiglia popolare l’ex-premier italiano, sembra spinto a questa mossa anche dalla ‘rivolta’ anti-Cav dei partiti popolari del nord Europa compattamente schierati a favore di Zelensky.
“Uno schiaffo” di Weber a Berlusconi, hanno titolato i maggiori siti italiani. Nella sua ‘fatwa’ contro l’ex-premier italiano Weber si è preoccupato però di assolvere Tajani e Forza Italia ma la mossa non ha sortito l’effetto sperato perchè tutto il partito azzurro, Tajani in testa, si è attestato a difesa del Cavaliere chiedendo anzi a Weber di scusarsi per essersi impicciato degli affari interni di un partito da sempre protagonista nel Ppe: “Berlusconi è Forza Italia e Forza Italia è Berlusconi”