“Prendetevela con me, con il governo, criticatemi pure aspramente ma vi prego fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia perchè questo fa la differenza”.
Giorgia Meloni si è rivolta così all’opposizione nelle sue comunicazioni alle Camere in vista del vertice europeo del 23-24 marzo a Bruxelles. E’ stato un confronto vivace che è andato in scena al Senato (domani tocca a Montecitorio) e si è concluso infine, senza sorprese per l’esecutivo, con l’approvazione della risoluzione presentata dalla maggioranza di centrodestra e la conseguente bocciatura dei documenti delle opposizioni (il governo ha dato il suo ok anche ad alcune parti della risoluzione del Terzo polo).
Il prossimo Consiglio europeo discuterà di immigrazione e della guerra tra Russia e Ucraina, due temi che la premier ha affrontato con decisione per rispondere agli attacchi del Pd e del Movimento 5 Stelle.
Sui flussi migratori e sulla tragedia di Cutro la premier ha replicato a chi se l’è presa con il governo (in particolare la senatrice Rojc del Pd che ha citato Pasolini dicendo ‘tutti sappiamo ma non abbiamo le prove’, ndr) : “Sulla tragedia di Cutro – ha scandito la premier – voi avete stabilito un colpevole senza avere le prove, perché non esistono prove che l’Italia potesse fare di più. Io sono una madre… per cui, vi prego, cerchiamo di mantenere i toni del dibattito”. E ancora: “Questa è l’idea di giustizia che in questa nazione hanno alcuni. Perché in uno Stato di diritto sono le prove che fanno i colpevoli, non i colpevoli che definiscono le prove. Per cui mi confermate che voi avete stabilito i colpevoli senza avere le prove, perché non esistono prove che il governo italiano potesse fare di più. Lo avrebbe fatto, come lo fa ogni giorno, con una media di due-tremila persone al giorno che salviamo”. Quindi ha ribadito di avere la coscienza “perfettamente a posto” su quella tragedia: “Spero che sia a posto anche quella di chi usa la morte di povera gente per fare propaganda politica”.
Sulla guerra in Ucraina la replica ai 5 Stelle, dopo aver confermato che il governo non si vergogna e anzi “ci mette la faccia” sull’aumento delle spese militari: “Noi siamo un membro della Nato e condividiamo la posizione della Nato sull’aggressione russa. Poi sappiamo che in questo Parlamento ci sono partiti, per esempio il Movimento 5 stelle, che vorrebbero un’alleanza più stretta magari con la Cina, partiti che auspicano la resa dell’Ucraina sperando che questo possa allontanare il conflitto invece che avvicinarlo come accadrebbe, ma non e’ la posizione di questo governo: noi non siamo di questo avviso”. Con un pensierino tutto pepe dedicato al leader M5s Giuseppe Conte: “Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Lo diranno i fatti. Non mi vedrete mai fare questo”. “Io preferisco dimettermi – ha detto la premier – piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5s erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva. Preferisco dimettermi – ha ripetuto la Meloni – piuttosto che rappresentare una nazione del genere”.