Dal ‘concertone’ in una piazza San Giovanni gremita, con 300.000 persone a cantare e ballare sotto la pioggia per la tradizionale maratona musicale organizzata dai sindacati confederali, alla riunione del Consiglio dei Ministri a palazzo Chigi per il varo di un decreto che taglia il cuneo fiscale (fino a 100 euro al mese per i redditi medio-bassi) e rimodula, sforbiciandolo e ribattezzandolo, il reddito di cittadinanza. Si è sviluppata così la festa del Primo Maggio a Roma, nello scontro tra governo e sindacati, tra gente in piazza e governo riunito, due luoghi distinti e anche distanti ma stesso tema: il lavoro, visto però da due punti di vista differenti.
Una giornata in cui le polemiche tra l’esecutivo e la ‘triplice’ su questo tema si sono accentuate: “il Primo Maggio è la festa del lavoro e dei lavoratori, non di questo o quel governo!” ha tuonato il segretario generale della Cgil Maurizio Landini al quale non è andata giù e lo ha fatto capire in tutti i modi la “provocazione” di Giorgia Meloni di riunire il governo proprio in un giorno in cui tradizionalmente la ribalta è sempre spettata ai sindacati. Ma la premier non ha fatto nessun passo indietro: ha mantenuto la promessa ma ha negato lo ‘scippo’. “Nel giorno della festa del lavoro – è stata la sua replica – il governo sceglie di lavorare e dare risposte a coloro che legittimamente aspirano a cambiare la loro posizione”.
La presidente del Consiglio ha spiegato l’importanza del decreto facendo chiaramente emergere la volontà di non inasprire il confronto e di evitare ulteriori irritazioni da parte di Landini, Sbarra e Bombardieri: per delicatezza e cortesia verso Cgil-Cisl-Uil, fanno sapere ambienti di palazzo Chigi, la premier non ha tenuto quindi la conferenza stampa alla fine del Cdm, un appuntamento che avrebbe tolto altro spazio alla copertura mediatica sulle iniziative dei sindacati.
“Fiera del decreto varato oggi” ha commentato la Premier affidando le sue parole ad un video: “Abbiamo liberato un tesoretto da 4 miliardi grazie al coraggio di alcuni provvedimenti che avevamo portato avanti ed oggi lo destiniamo al più importante taglio delle tasse degli ultimi decenni” è stata l’ulteriore spiegazione per annunciare che i lavoratori fino a 35.000 euro di reddito si troveranno in busta paga fino a 100 euro al mese in più. “Tagliamo il cuneo di 4 punti e questo si somma a quello che avevamo già fatto in legge di bilancio, abbiamo un taglio di 6 punti percentuale per chi ha redditi fino a 35.000 euro e di 7 punti per i redditi fino a 25.000 euro. E’ una scelta di cui io vado profondamente fiera”
“E’ una elargizione una tantum, si tratta di una misura temporanea, ferraginosa, non strutturale” la replica dei sindacati che hanno anche contestato l’entità dell’aumento (previsto fino alla fine dell’anno) precisando che si tratta al massimo di 50-60 euro.
Il concertone in piazza San Giovanni si è aperto nel nome di Lorenzo Parelli, morto a 18 anni nel suo ultimo giorno di alternanza scuola-lavoro nel cortile di un’azienda metalmeccanica in provincia di Udine. Il 21 gennaio dello scorso anno morì schiacciato da una putrella d’acciaio. “Lorenzo, insieme a Giuliano e Giuseppe, ha aperto un capitolo nuovo della nostra storia, tristissimo”, quello delle morti durante l’alternanza scuola-lavoro. Così dal palco del Concertone , la madre di Lorenzo Maria Elena Parelli. “Siamo qui per dedicare un pensiero a Lorenzo” ha aggiunto prima di far circolare tra i ragazzi la ‘carta di Lorenzo’, nata con la volontà che tragedie come quella di Lorenzo non si ripetano. “Lorenzo l’anno scorso ha aperto un capitolo nuovo della nostra storia. La sicurezza non ha un colore e una bandiera, è di tutti, è una responsabilità collettiva di ognuno di noi. Se Lorenzo fosse qui ci direbbe che la vita è la cosa più sacra che abbiamo e dobbiamo onorarla al meglio”, ha concluso.