Battuto dai Popolari nelle amministrative di domenica (solo il 28% contro il 30% dei suoi storici rivali), il premier e leader del partito socialista spagnolo Pedro Sànchez non ha perso tempo: si è fatto ricevere dal re Felipe VI, si è dimesso ed ha sciolto il Parlamento stabilendo la data del voto politico per il 23 Luglio, in anticipo di cinque mesi rispetto a quando si sarebbe dovuto comunque tenere per la fine naturale della legislatura. Evidentemente Sànchez, al timone del governo di Madrid dal giugno 2018, non vuole lasciarsi cuocere a fuoco lento dai Popolari intenzionati a cavalcare l’onda della vittoria alle amministrative per tornare ad occupare la Moncloa. I popolari sono cresciuti in tutto il paese ed hanno recuperato importanti quote di potere locale dopo il disastroso risultato delle amministrative di quattro anni fa. Il Psoe di Sànchez ha fallito anche nel risultato più atteso, la riconquista dopo undici anni di Barcellona. Il risultato di ieri ha fatto esultare non solo i Popolari ma anche gli ultraconservatori, i postfranchisti di Vox (al terzo posto, con il 7,2%), il cui leader Santiago Abascal ha definito “un’eccellente notizia” la decisione sul voto anticipato: “Si restituirà la parola agli spagnoli dopo quattro anni di bugie” ha commentato. Tutta da verificare la possibilità di accordi tra Popolari e Vox nel post elezioni politiche. Su questo tema il presidente del Partito Popolare spagnolo Alberto Nunez Feijòo non si è sbottonato parlando solo di un risultato elettorale che è la prova di un “cammino di rinnovamento ormai inarrestabile” e chiedendo agli spagnoli che col voto di ieri hanno dimostrato di voler “voltare pagina” di sostenere il partito il 23 luglio con una maggioranza chiara. Le elezioni politiche si terranno dunque il 23 luglio, quando sarà iniziato da poco il semestre spagnolo di presidenza dell’Unione Europea. “Ho preso questa decisione alla luce dei risultati delle elezioni di ieri”, ha spiegato Sánchez in riferimento alla sconfitta. “Anche se il voto di ieri era regionale e locale, il significato del risultato va oltre – ha aggiunto – e come primo ministro e segretario generale del Partito Socialista, lo assumo in prima persona”.