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sabato, 2 Dicembre 2023

Gaza: primi aiuti da Rafah, poi lo stop. Un flop il ‘vertice per la pace’ del Cairo. Meloni da Netanyahu, “combattere l’antisemitismo”

Dal valico di Rafah con l’Egitto sono passati stamane appena una ventina di camion carichi di aiuti per la popolazione di Gaza, poi le sbarre sono state riabbassate. A nessun civile è stato consentito di passare il confine, nessun’altra liberazione di ostaggi dopo le due cittadine americane di ieri.

La tregua umanitaria è durata solo due ore. Venti Tir: “Una goccia nel mare”, ha detto l’Onu. Ne servirebbero un centinaio al giorno per sfamare i due milioni di abitanti della Striscia sotto assedio da parte dell’esercito israeliano dal 7 Ottobre, il giorno dell’attacco di Hamas che ha fatto 1.500 vittime israeliane e procurato al gruppo terrorista almeno 200 ostaggi civili. La tensione resta altissima e cresce pur nell’assoluta incertezza sui tempi, l’attesa per la risposta “di terra” dell’esercito dello stato ebraico. “Entreremo a Gaza per distruggere Hamas” hanno confermato oggi i vertici militari israeliani dando il senso dell’imminenza dell’azione ma senza specificare se si tratterà di una vera e propria invasione con i carri Merkava o invece singole incursioni dei reparti speciali per eliminare i terroristi uno ad uno. Ma hanno aggiunto: “Lo faremo avendo negli occhi e nella mente le atrocità compiute da Hamas il 7 Ottobre”.

Malgrado la doccia fredda registrata al valico di Rafah, proseguono gli sforzi diplomatici per evitare un allargamento del conflitto ma la strada è accidentata, molto accidentata, e una ulteriore prova se ne è avuta oggi con il fallimento del ‘vertice per la pace in Medio Oriente’ organizzato dal presidente egiziano Al Sisi che ha voluto riunire al Cairo paesi arabi e europei (Giorgia Meloni per l’Italia) per rilanciare la soluzione della crisi israelo-palestinese con la formula ‘due popoli, due stati’. La conferenza si è chiusa senza produrre un comunicato finale: i paesi arabi volevano la condanna di Israele per l’assedio a Gaza ma non di Hamas per l’attacco che ha scatenato questa nuova guerra; gli europei hanno insistito per la condanna di Hamas e per il diritto di Israele a esistere e all’autodifesa. Niente da fare. Tante parole ma nessuna intesa. In realtà era difficile immaginare che uscisse una soluzione al conflitto, o almeno una ‘road map’ come l’ha chiamata Al Sisi, da un vertice senza protagonisti assoluti sullo scenario mediorientale e mondiale come gli Usa, la Russia, la Cina o l’Iran. E soprattutto Israele.

Lasciato il Cairo, la premier italiana è volata a Tel Aviv per incontrare Benjamin Netanyahu. “Vinceremo la battaglia contro la barbarie” ha detto il premier israeliano riferendosi ad Hamas. Meloni gli ha rinnovato la solidarietà e l’impegno dell’Italia al fianco di Israele e la determinazione a “combattere l’antisemitismo”. “Noi difendiamo il diritto di Israele a esistere, a difendere la sicurezza dei propri cittadini. Comprendiamo assolutamente che quello di Hamas è un atto di terrorismo che deve essere combattuto. Pensiamo e crediamo – ha detto la premier italiana – che voi siate in grado di farlo nel migliore dei modi, perché noi siamo diversi da quei terroristi”.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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