Sgomberato il campo dall’ipotesi di introdurre nel decreto norme sul condono per la ‘ritirata’ del premier di fronte alle proteste di Pd, M5s e Iv, il decreto semplificazioni, sfiorata la crisi, sembra essere arrivato in dirittura d’arrivo. Lo ha annunciato lo stesso premier nel question time alla Camera parlando di confronto “costruttivo” nella maggioranza e della possibilità che il decreto in questione, dopo una lunga e travagliata gestazione, possa approdare già venerdì in consiglio dei ministri anche se è più probabile che l’approvazione slitti alla prossima settimana, come ha annunciato Renzi.
Il presidente del Consiglio ha definito il decreto semplificazioni “la madre di tutte le riforme”. Il Covid-19 ha determinato una recessione senza precedenti e tra gli strumenti per rilanciare la crescita il governo ha individuato il decreto semplificazioni, che Conte ritiene “indispensabile per modernizzare l’Italia e far correre tutto il Paese”. In sostanza il decreto vuole imporre per le opere pubbliche il cosiddetto ‘modello Genova’ che sta dando buona prova nella ricostruzione del ponte Morandi. “Le misure che saranno introdotte con il decreto semplificazione puntano a velocizzare l’ iter delle opere e il rafforzamento dei presidi di legalità. Pensiamo a semplificare le procedure – ha spiegato il premier – affidando i contratti in modo più rapido, in questo momento, transitorio. Compatibilmente introdurremo procedure negoziate anche senza bando, compatibilmente alla normativa europea. Deroga associata a misure di trasparenza. “Nel decreto – ha aggiunto – sono state studiate e in parte accolte le proposte di Iv. Vogliamo superare la cosiddetta ‘paura della firma’ per i dipendenti pubblici nel comparto opere pubbliche”.