Ci voleva l’impavido tycoon per far ripartire il boia a livello federale negli Stati Uniti. Dopo 17 anni di moratoria, il presidente Donald Trump ha dato di nuovo il via alle esecuzioni. Gli ultimi dubbi, con un voto di stretta misura 5 a 4, li ha tolti la Corte Suprema, giudicando idonea l’iniezione letale. La decisione si riferisce a quattro condanne a morte già pianificate e sospese con vari appigli da giudici distrettuali. Il primo della lista è stato Daniel Lewis Lee, un suprematista bianco, condannato per aver ucciso una famiglia di tre persone, tra cui una bimba di 8 anni, in Arkansas nel 1996. Lee è stato giustiziato nel penitenziario di massima sicurezza di Terre Haute in Indiana. “Ho fatto molti errori nella mia vita, ma non sono un assassino. State uccidendo un innocente”, queste le sue ultime parole.
Programmate
Il lungo stop alla pena di morte a livello federale non ha fermato le condanne capitali nei 28 Stati su 50 in cui è ancora in vigore. Soltanto quest’anno sono già state sette le condanne eseguite. Nel 2019 furono 22 le persone giustiziate. Gli Usa sono l’unico Paese dell’occidentale sviluppato in cui la pena di morte resta legale. L’ultimo detenuto a essere giustiziato sulla base di una condanna a morte federale fu Louis Jones Jr, veterano della Guerra del Golfo, che uccise un soldato 19enne. Le altre tre iniezioni letali già programmate riguardano sempre condannati per omicidio di minori. Wesley Ira Purkey, che nel 2003 nel Missouri stuprò e uccise una ragazza di 16 anni. Dustin Lee Honken, nel 2004 in Iowa ammazzò cinque persone, tra cui due ragazze di sei e dieci anni. E Keith Dwayne Nelson, condannato nel Missouri nel 2001 per lo stupro e l’omicidio di una bambina di 10 anni. La sua esecuzione è prevista ad agosto.
Afroamericani
Al momento complessivamente sono 62 i detenuti nel braccio della morte federale. Anche se i quattro criminali in attesa del boia sono tutti bianchi, in generale gli afroamericani rappresentano il 34% delle persone giustiziate e sono il 42% dei detenuti attualmente presenti nei diversi bracci della morte. Questo nonostante contino soltanto per il 13,4% della popolazione americana. L’1 gennaio scorso i condannati a morte nei diversi Stati erano 2.620. La California ne ha il maggior numero, 725. Tuttavia, dal 1976 sono state eseguite soltanto 13 condanne capitali. A partire dalla stessa data il triste record delle esecuzioni spetta al Texas con 570, seguito da Virginia con 113 e Oklahoma con 112.