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giovedì, 28 Settembre 2023

‘Gomorra con le stellette’, arrestati 7 carabinieri. Sequestrata una caserma. “Reati impressionanti”

Un’associazione a delinquere in stile Gomorra: spaccio, estorsione e perfino tortura. Solo che la ‘banda’ era composta da carabinieri, cioè da militari con le stellette che a Piacenza, in una caserma del centro – sequestrata anche questa – facevano il bello e il cattivo tempo in tema di spaccio credendosi, parole loro registrate in un’intercettazione ambientale della Guardia di Finanza, “irraggiungibili”. Ma gli aggettivi usati dalla Procura della città emiliana per qualificare la loro gesta sono stati ben diversi. Nella conferenza stampa per dare notizia dell’operazione e dell’arresto di sette carabinieri, il procuratore capo Grazia Pradella ha parlato di “comportamenti criminali”, di reati “impressionanti” e di una caserma “in cui non c’era niente di lecito”.

In sostanza la ‘banda’, perchè così bisogna chiamarla, imponeva al mondo dello spaccio a Piacenza e zone limitrofe, se voleva continuare a vendere, di distribuire solo ‘roba’ procurata dall’associazione a delinquere messa in piedi dai militari arrestati: una sorta di esclusiva imposta con le minacce, le estorsioni e financo la tortura (queste sono le ipotesi di reato contestate dai Pm agli arrestati). Comportamenti criminali reiterati con l’aggravante che i reati ipotizzati sono stati commessi in piena epoca Covid-19 e del lockdown. “Tutti gli illeciti più gravi sono stati commessi in questo periodo, con disprezzo delle più elementari regole di cautela imposte dai decreti del Presidente del Consiglio. Mentre la città di Piacenza contava i tanti morti del coronavirus, questi carabinieri, e faccio fatica a chiamarli così – ha detto il procuratore capo – approvvigionavano di droga gli spacciatori rimasti senza stupefacente a casa delle norme anti Covid”.

Impressionante dunque la sfilza delle accuse: traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali, peculato, abuso d’ufficio e falsità ideologica. “Accuse gravissime” ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini che ha usato termini durissimi nei confronti dei militari arrestati: “episodi inauditi e inqualificabili”, “fatti inaccettabili che rischiano di infangare l’immagine dell’Arma che è invece composta da 110.000 uomini e donne che ogni giorno lavorano con altissimo senso delle istituzioni al fianco dei cittadini”. Il comandante generale dell’Arma, generale Nistri, ha disposto l’immediata sospensione dall’impiego per i militari coinvolti nell’inchiesta

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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