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lunedì, 25 Settembre 2023

Cibus, da Parma l’Italia agroalimentare cerca il rilancio

Da Parma si rafforza l’intesa tra le componenti della filiera agroalimentare per affrontare la ripartenza economica post Covid. I leader dell’industria alimentare, della grande distribuzione e dell’agricoltura si sono incontrati nella ‘due giorni’ a Cibus Forum avviando un dialogo con il governo, rappresentato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

Finanziamenti

“L’industria alimentare, dopo essersi rivelata fondamentale nel periodo dell’emergenza, può ancora fare da traino economico e tornare ai livelli pre crisi velocemente – ha dichiarato Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare -. Questa sua forza, però, non deve essere scambiata per uno stato di benessere. Il 2020 è l’anno nero anche per il food&beverage, che per riprendersi in fretta ha assoluto bisogno del sostegno da parte del governo”, a partire “dai finanziamenti a fondo perduto per il settore Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café) , essenziali per far rialzare il settore della ristorazione”.

Ambasciate

Di Maio ha confermato l’impegno, anche con l’impegno di tutta la rete estera, a sostegno del comparto agroalimentare. “Vogliamo trasformare ogni Ambasciata in una casa delle imprese” e poi “il rilancio del settore fieristico, che può ora contare su una piattaforma digitale, ‘Fiera 365′”. Preciso anche il contributo della grande distribuzione, Giorgio Santambrogio, ad del Gruppo VèGè, segnala: “Stiamo lavorando assieme per eliminare tutte le pratiche unfair, come il caporalato nei campi e le aste a doppio ribasso. Confronto aperto anche sul terreno dei prezzi e delle promozioni”.

Discount

Uno studio Nielsen sull’andamento dei consumi nell’era del Covid, indica che per le famiglie il fattore prezzo sarà sempre più decisivo e continueranno a crescere le vendite nei discount e nei negozi specializzati. L’e-commerce continuerà a crescere, anche se una parte significativa del territorio non è coperta. Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma, rileva: “Intravvediamo un mutamento strutturale nei consumi a livello internazionale, che potrebbe, nel medio periodo, privilegiare l’offerta ‘Made in Italy’, caratterizzata da alta qualità e standard produttivi unici al mondo, non solo per sicurezza, ma anche per flessibilità”.

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