Oltre cinquemila nuovi casi in un giorno, quasi mille più di ieri. Ventotto vittime contro le ventidue di ieri. Se non è questa la attesa e temuta ‘seconda ondata’ del virus, poco ci manca. I numeri continuano a parlare chiaro, fanno crescere l’allarme – anche se il quadro della pandemia in Italia è meno grave di quello di altri paesi europei, come Spagna e Francia – e costringono il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità, nel loro monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia, a mettere nero su bianco per la prima volta “elementi di criticità significativa”.
Il riferimento è all’indice di trasmissibilità, calcolato su casi sintomatici, che è passato in sette giorni da 1,01 a 1,06. Ed è la decima settimana consecutiva che questo indice accelera. L’epidemia peggiora e la situazione si riflette in un notevole carico di lavoro sui servizi sanitari territoriali. Il rapporto Minsalute-Iss segnala anche che i focolai attivi sono 3.805, 1.181 dei quali nuovi. Entrambi questi dati sono in aumento per la decima settimana consecutiva. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (104 su 107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (77,6%).
Aumenta lievemente la percentuale di quelli in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, pari al 2,5%. Continua invece a scendere la percentuale dei focolai rilevati nell’ambito di attività ricreative (4,1% contro 4,5% della settimana precedente). Tornando ai dati delle ultime 24 ore, 5.372 contro 4.458 di ieri, da segnalare un nuovo record dei tamponi processati: 129.471 e l’aumento dei ricoverati per Covid-19 in terapia intensiva: 29 per un totale di 387. Quanto alla diffusione dei contagi sul territorio la Lombardia è in testa con 983 nuovi casi in un giorno, seguita dalla Campania con 769 (“A quota mille chiudo tutto di nuovo” ha detto il governatore De Luca), dal Veneto con 595, dalla Toscana con 489 e dal Lazio con 387.
(foto di Engin Akyurt da Pixabay)