Possibile immunità di gregge a fine luglio, come ci raccontano i numeri. E soprattutto la forza salvifica della Natura, che vince su tutto. Lo spiega a In20righe.it il professor Francesco Fedele
Accade a tutte le pandemie, iniziano e poi a un certo punto svaniscono. Così ci insegna la storia dell’umanità. A In20righe.it lo spiega il professor Francesco Fedele, ordinario di cardiologia alla “Sapienza” e direttore UOC malattie cardiovascolari del Policlinico Umberto I di Roma. È passato ormai più di un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19. Durante questo periodo abbiamo imparato a convivere con questo virus, che ha stravolto la nostra vita quotidiana. Tra continue zone rosse, chiusure e limitazioni varie a cui ci siamo abituati. Una fine di questa pandemia che sembra non arrivare mai.
Sopravvivenza
“Ma se guardiamo alla storia – dice il professor Fedele – vediamo che fin dall’antichità si sono verificate numerose pandemie, più o meno letali, ognuna con le sue caratteristiche di diffusione. Alla fine si sono sempre concluse, spesso spontaneamente. Ma grazie anche alla capacità di sopravvivenza del genere umano”. Guardando indietro alla storia umana, possiamo credere e sperare che anche questa pandemia avrà una fine. “Certamente a oggi – prosegue Fedele – non sappiamo quando e come. E questo ci spaventa ancora. Ma partiamo analizzando alcuni dati. E cerchiamo di fare delle previsioni attendibili, che realisticamente confortino una speranza di conclusione relativamente prossima”.
Contagi
Il totale dei contagiati in Italia è di quasi 3 milioni e 800 mila persone. Questo numero se pur non bassissimo evidenzia però come, rispetto ad una popolazione di circa 60 milioni di abitanti, ancora molte persone sembrerebbero non essere mai entrate in contatto con il virus. In realtà, il numero dei contagiati è decisamente sottostimato. Infatti sono state eseguite diverse indagini epidemiologiche tramite esecuzione di test sierologici che hanno evidenziato come il numero di persone già entrate in contatto con il virus sia molto più alto, circa 6 volte di più. Possiamo quindi ipotizzare che il vero numero sia vicino ai 25 milioni, decisamente più alto di quello comunicato. Senza contare che l’indicatore R-t è stato tarato solo per tenere conto dei sintomatici. Quindi bisognerebbe valutare anche della differenza tra pazienti sintomatici e asintomatici (cosa realmente ambiziosa e impossibile senza una seria attività di tracking).
Vaccinazioni
“Senz’altro l’arma che più ci fa avere speranza nella vittoria sulla pandemia è quella dei vaccini”, ricorda il professore Fedele. In Europa, al primo posto nella campagna vaccinale è la Gran Bretagna. Dove è stata adottata la scelta coraggiosa – e sembrerebbe vincente – di vaccinare a tappeto con una prima dose di AstraZeneca. In cerca di una via di fuga dal crescente numero di morti e di terapie intensive strapiene, non appena sono comparse le prime varianti killer. L‘Italia ha eseguito quasi 13 milioni di somministrazioni di vaccini: circa 4 milioni di persone hanno ricevuto già prima e seconda dose. Altri 5 milioni di persone hanno avuto la prima dose e sono in attesa della seconda. Il nuovo commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ha dichiarato che l’obiettivo è raggiungere 500 mila somministrazioni al giorno. Non sappiamo se a causa dei problemi di approvvigionamento e di organizzazione potrà essere raggiunto. Tuttavia, anche considerando una media di circa 200 mila somministrazioni al giorno e quindi circa 1,5 milioni a settimana, da qui alla fine di luglio avremo altri 24 milioni di persone vaccinate.
Immunità
Facendo un rapido calcolo per fine luglio, quindi tra persone vaccinate e persone che già sono entrate in contatto con il virus, dovremmo avere circa 45 milioni di individui che presentano in un modo o nell’altro immunità. Questo numero così alto, oltre il 70% della popolazione, permetterebbe di avere una scarsa circolazione del virus, con una protezione per le persone ancora non toccate. In altre parole, avremmo raggiunto la cosiddetta immunità di gregge. Questo non significa l’assenza in assoluto di contagi, ma il ridimensionamento significativo della diffusione del virus fino a renderlo endemico-stagionale, così come accade per le forme influenzali. “Ricordiamo che abbiamo considerato, con un lieve pessimismo, 200 mila somministrazioni al giorno invece delle 500 mila promesse dal commissario Figliuolo”, rileva Francesco Fedele. Ma “in definitiva – conclude – sulla base di questi numeri e di questi calcoli, possiamo affermare che anche questa evenienza pandemica finirà. Nonostante i problemi di approvvigionamento e di organizzazione della campagna vaccinale. Prevarrà la vis sanatrix naturae, come dicevano gli antichi classici. Ovvero la forza risanatrice della Natura. Oppure come più modernamente va di moda dire, la resilienza del genere umano”.