Vola l’economia della Cina. Il Covid appare archiviato. Nel primo trimestre del 2021 la crescita record è del +18,3%. Il più grande “balzo in avanti” del Pil, per dirla con Mao Zedong, da quando la Cina nel 1992 ha iniziato a tenere i risultati trimestrali. Con una buona dose di understatement l’Ufficio nazionale di statistica cinese ha commentato: “L’economia nazionale ha avuto un buon inizio”. Poi si sceglie la via della prudenza: “Dobbiamo essere consapevoli che l’epidemia di Covid si sta ancora diffondendo a livello globale e il panorama internazionale è complicato da elevate incertezze e instabilità”.
Consumatori
Tutti i numeri dell’economia del Dragone sono da Guinness dei primati. La produzione industriale di marzo è aumentata del 14,1% rispetto a un anno fa. La ripresa della Cina è stata guidata dalle esportazioni, con le fabbriche che si sono messe a correre per soddisfare gli ordinativi esteri. Alla grande anche le vendite al dettaglio, che sono aumentate del 34,2%. I consumatori sono tornati nei ristoranti, nei centri commerciali e nelle concessionarie di automobili. Sono cifre che suggeriscono come la Cina continui a guadagnare slancio, dopo aver registrato una crescita del Pil del 6,5% nell’ultimo trimestre del 2020.
Misure efficaci
Sembra incredibile, ma qui da noi questi risultati sembrano non indurre alcun tipo di riflessione. Al massimo si ripropone la solita solfa di risultati ottenuti da un regime autoritario. Non si va oltre. Non si cerca nessun tipo di suggerimento. Eppure ci sarebbe molto su cui misurarsi. In Cina le severe misure di contenimento del virus hanno praticamente azzerato i contagi, in un paese da oltre un miliardo e mezzo di abitanti. E le misure di emergenza in favore delle imprese hanno consentito una ripresa costante dopo la pandemia. “Grazie alle misure efficaci che il governo ha adottato per controllare la pandemia e stimolare l’economia, abbiamo osservato uno slancio resiliente negli indicatori economici provenienti sia dal lato della produzione sia da quello dei consumo”, ha detto all’agenzia Xinhua Hoffman Cheong, managing partner di EY China North. La Cina, seconda economia mondiale, ha fissato per il 2021 un obiettivo di crescita economica del 6%.