In Italia la situazione è sotto controllo, ma attenzione alla comunicazione ufficiale sulla pandemia. L’Ema non si espone ancora sul mix di vaccini per la seconda dose. Si attendono nuovi dati dalla Gran Bretagna
C’è ancora confusione sul mix di vaccini per le seconde dosi di inoculazione anti Covid-19. Il professore Francesco Fedele, ordinario di Cardiologia Università di Roma ‘La Sapienza’, spiega a In20righe.it perché è meglio che su questi temi a parlare siano sempre medici e scienziati. Encomiabile l’intento di rassicurare del premier Draghi, quando ha annunciato farà una seconda dose di vaccino diversa dalla prima con AstraZeneca. Tuttavia, “nelle sue esternazioni riguardanti la pandemia – spiega Fedele – dovrebbe essere sempre affiancato e coadiuvato da un rappresentante scientifico come il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro o da Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di sanità. La confusione dei ruoli rischia di aumentare il caos”.
Medicina di popolazione
“A tranquillizzare la popolazione – insiste – possono essere soltanto i dati scientifici. Ad oggi sembrerebbe che una seconda dose con Pfizer non faccia male a chi ha ricevuto AstraZeneca come prima dose. Ma non abbiamo dati a sufficienza, anche per valutarne la reale efficacia”. In questa fase della pandemia, come ha spiegato recentemente il professor Fedele a Interris.it, “è giusto che la gente sappia che siamo costretti a privilegiare la medicina di popolazione su quella individuale”. Dunque, è giusto vaccinare in grandi numeri. Vaccinare tutti per cercare di arrivare il prima possibile all’immunità di gregge. “Comunque, a mano a mano che i contagi diminuiscono, si dovrà di nuovo essere in grado di tornare velocemente a occuparsi dei più fragili”. “Va detto chiaramente – rimarca Fedele – che il vaccino per la fascia di età di 12-15 anni è necessario solo per evitare che i giovani siano portatori del virus verso le persone più a rischio. Ma, sempre per la mancanza di dati certi, vaccinare gli adolescenti è ancora ‘sub iudice’. Tra i giovanissimi il numero dei contagiati con gravi complicazioni è davvero esiguo”.
Terza dose
Il professore spiega ancora: “Un conto è vaccinare con l’eterologa una persona ultra sessantenne, un altro vaccinare un trentenne. Il rischio è tutto per i giovani”. Anche parlare ora di terza dose è prematuro: “Soprattutto non dovrebbe parlarne chi non è qualificato a farlo”. Il numero delle vaccinazione effettuate in Italia al 19 giugno è di 45 milioni 579.305, delle quali 30 milioni 027.552 con sola prima dose. Il totale delle persone vaccinate con due dosi è di 15 milioni 551.753. Il 7 giugno scorso in audizione alla Commissione bilancio della Camera, il commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha detto che l’obiettivo da raggiungere in chiave anti-pandemia è la vaccinazione dell’80% della popolazione italiana entro settembre.
EMA
Sulle vaccinazioni eterologhe non si è ancora esposta l’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali). Secondo Marco Cavaleri, presidente della task force sui vaccini, sul mix “siamo ancora in attesa di maggiori dati”. I dati dovrebbero arrivare dalle somministrazioni eterologhe già avviate nel Regno Unito, dove il governo Johnson sta lottando contro la terza ondata data dalla variante Delta, prima denominata indiana. In Italia l’ultimo bollettino quotidiano del ministero della Salute conferma il calo della curva epidemica. I nuovi casi sono 495 (dato più basso dal 18 agosto 2020) e i decessi sono 21, per un totale di 127.291 vittime dall’inizio della pandemia.