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sabato, 10 Giugno 2023

Sostenibilità, cresce tra le imprese la voglia di diventare “Benefit” o B Corp. Deloitte presenta indagine su nuovo modello di sviluppo

Cresce l’interesse tra le aziende italiane a certificare il loro impegno in ambito ESG. L’acronimo di Environmental, Social and Governance, che si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità. Lo rileva l’indagine “Le Società Benefit come possibile modello di sviluppo anche per le società quotate”, condotta dall’ESG European Institute e presentata da Deloitte.

Interesse

Dallo studio emerge che oltre l’80 per cento delle società ha interesse a essere sostenibile da un punto di vista economico, sociale e ambientale e a dare visibilità a questa scelta. Più di un quarto dei soggetti interessati poi sta concretamente valutando la possibilità di assumere lo status di Società Benefit o di acquisire la certificazione B Corp. Un trend confermato da un recente report internazionale di “B Lab”, ente non-profit con sede a Wayne in Pennsylvania. La community delle B Corp in Italia è tra quelle con il tasso di crescita più alto in Europa. Sono a oggi a quota 140 le imprese B Corp, nel 2021 in crescita del 26% sull’anno precedente, con un fatturato di 8 miliardi e 15 mila dipendenti.

Prima

Dal gennaio 2016 l’Italia, prima in Europa e nel mondo al di fuori degli USA, ha introdotto la disciplina delle Società Benefit. “La normativa italiana – sostiene Barbara Pontecorvo, Head of Deloitte Legal Società Benefit Task Force – rappresenta una straordinaria opportunità per le aziende di coniugare in modo virtuoso il proprio scopo di lucro con un beneficio in favore del territorio, delle persone e dell’ambiente in cui operano”. Franco Amelio, Deloitte Leader Sustainability, aggiunge: “Questa opportunità è stata colta da Deloitte Italia, la prima delle Big Four – i quattro più grandi gruppi di revisione e consulenza finanziaria del mondo – ad aver trasformato le proprie società in Società Benefit, segnando la strada ad altri grandi gruppi che vorranno seguirne l’esempio”.

Sine qua non

Secondo Virginia Antonini, Direttore della Sostenibilità e della Comunicazione Istituzionale della mutua assicuratrice Reale Group: “La capacità di generare impatti intenzionali positivi è condicio sine qua non della perennità delle aziende sul mercato, siano esse piccole, grandi o medie, quotate o non”. Nel 2021, rimarca Afsoon Neginy, coo-Business and Sustainability Director di AGF88 Holding, gruppo dei settori di hair e skincare con sede nel padovano, “siamo diventati Società Benefit. Epilogo di un percorso già tracciato nel DNA dell’azienda. La vera sfida è riuscire a mettere in pratica concretamente il nuovo modo di lavorare e cambiare la cultura aziendale in tutti i suoi reparti”. Esisterebbe insomma un orientamento favorevole nel mondo produttivo ad approcciare percorsi di sostenibilità, che coinvolge cinque macro-aree: governance, comunità, persone, ambiente e clienti.

Settori

A livello di settori in Italia la certificazione riguarda innanzitutto l’area dei servizi di consulenza. Seguono il food&beverage e più distanziate manifattura, energia, It&software. Tra le aziende che hanno ricevuto il riconoscimento nel 2021 ci sono la healthcare company Aboca; la società chimica Novamont; Nwg Energia, attiva nel settore delle rinnovabili; l’azienda del biologico Damiano Organic. E ancora: Fratelli Carli, azienda specializzata nell’olio di oliva; Reti, tra i principali player italiani nel settore dell’It Consulting; e l’azienda triestina Illycaffè.

Alessandro Cavaglià
Alessandro Cavaglià
Giornalista parlamentare, classe 1956. Già vice caporedattore AGI, responsabile pro tempore delle redazioni Politico-parlamentare, Interni-Cronaca e della Rete speciale per Medio Oriente e Africa. Ha lavorato ad AdnKronos e collaborato con La Stampa e Il Mondo. Laureato in Lettere-Storia moderna all'Università La Sapienza di Roma

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