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sabato, 10 Giugno 2023

Draghi e le parole “oscene” di Lavrov

La parte del ‘ comizio’ di Serghej Lavrov su Retequattro riferita ad Hitler (“Anche lui era ebreo, come Zelensky, ma questo non vuol dire niente perchè i più antisemiti sono proprio gli ebrei”), “è davvero oscena”.

E’ durissima la risposta di Mario Draghi quando alla fine del Cdm che ha stanziato altri 14 miliardi di aiuti a famiglie e imprese per la crisi energetica i giornalisti gli chiedono cosa pensi dell’intervista al ministro degli Esteri di Mosca andata in onda ieri sera sulla rete Mediaset, un’intervista che ha generato forti polemiche a casa nostra scatenando in particolare l’ira del Pd e di Italia Viva (“Un’onta per l’Italia” ha tuonato Letta) e all’estero, come ad esempio per l’indignazione suscitata in Israele.

Un’intervista che è stata etichettata dai più come un comizio di propaganda russa offerta ai telespettatori dalla rete di Berlusconi senza contraddittorio e conclusa con un ‘Buon lavoro ministro” che ha lasciato di stucco chi aveva appena sentito uscire dalla bocca di Lavrov una serie di stereotipi propri della propaganda antisemita . Ma, secondo alcuni, pochi per la verità, un’intervista da segnalare anche come un vero e proprio scoop.

Draghi la pensa come la maggioranza degli italiani e il suo commento è totalmente negativo. “Prima di tutto – ha detto il premier rispondendo ad una domanda proprio su Lavrov – parliamo di un Paese, il nostro, dove c’è libertà di espressione, mentre il ministro Lavrov appartiene a un Paese dove non c’è libertà di espressione. In Italia c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler – ha aggiunto – è davvero oscena”. E ancora: “La televisione trasmette liberamente queste opinioni ma in realtà quello di Lavrov è stato un comizio. Ci si deve chiedere – ha sottolineato Draghi – se è giusto “accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistata senza nessun contraddittorio. Non è granché (ripetuto due volte, ndr) professionalmente, fa venire in mente strane idee…”.

Quanto al pressing che sta esercitando su di lui il leader dei Cinquestelle Giuseppe Conte invitandolo a muoversi, a non fare la “comparsa” sulla guerra in Ucraina, in sostanza a non appiattirsi sulla linea degli Usa, Draghi ha risposto in modo semplice e secco. “Nessuno di noi vuole la guerra, nessuno vuole un’escalation militare, quando ho parlato con Putin gli ho detto: ‘Noi vogliamo la pace’, e questo è anche quello che dirò al presidente Usa Joe Biden quando andrò alla Casa Bianca. Ma – ha proseguito Draghi – nessuno di noi vuole abbandonare l’Ucraina”. E sull’invio di armi a Kiev deciso dall’Unione Europea e dalla Nato c’è stata una sottolineatura per smorzare le polemiche sulle posizioni diversificate nella sua maggioranza. La posizione dell’Italia è sempre la stessa da quando è nato il suo governo, cioè dal 17 Febbraio 2021 quando il suo esecutivo ottenne la fiducia del Parlamento. Draghi ha tirato fuori un foglietto per riproporre una parte del discorso di insediamento, quella finale: “L’Italia agisce in difesa dei valori delle democrazie occidentali. Noi difendiamo quei valori. Questo governo – ha concluso – nasce nel solco della Ue, della Nato e delle grandi democrazie occidentali”.

Gianfranco Eminente
Gianfranco Eminente
Cronista prima di tutto. Ha iniziato il praticantato ed è diventato giornalista professionista lavorando per 'Il Giornale d'Italia' nel 1974. E' passato poi all'Agenzia Italia ricoprendo vari incarichi: inviato speciale, capo degli Esteri e del servizio Diplomatico, anche quirinalista e dal 1989, a Montecitorio, redattore capo e responsabile del servizio Politico di questa primaria agenzia di stampa nazionale. Nel 2001 è stato nominato vice-Direttore vicario sempre all'Agi, incarico che ha mantenuto fino al 2009. Giornalista parlamentare.

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